domenica 25 agosto 2019

DOPO LA CATARATTA CHE CRISTALLINI ARTIFICIALI PROPONE LA TECNOLOGIA?


Affrontiamo l'argomento cateratta o cataratta che, visto l'aumento medio della vita, rappresenta una questione sempre più rilevante nella vita sociale e funzionale della persona.

Il termine derivante dal greco, indica una cascata, una chiusa, una saracinesca. Questo già ci chiarisce che quando l'occhio ha la cataratta presenta come una barriera che rende difficoltosa o impedisce la visione. La correzione ottica, nei casi ancora in evoluzione, può risultare complicata perchè è come se l'occhio fosse frantumato e quindi con vari fuochi. In una fase invece più avanzata la correzione degli occhiali risulta inutile. Immaginate di guardare attraverso una finestra con i vetri appannati; qualsiasi sistema ottico cerchiate di usare (occhiali, binocoli, telescopi) la visione risulterà non cambiare, rimanendo annebbiata.


E' importante chiarire che la cataratta in generale non è una malattia ma solo l'invecchiamento di tessuti che da trasparenti diventano opachi. E anche vero che questo invecchiamento può risentire, come per la pelle, di fattori alimentari o ambientali. La tecnica chirurgica ormai semplice e veloce, spesso eseguita in Day-hospital, prevede l'aspirazione della lente ormai rovinata e la sostituzione con una lente artificiale.

Ma quali lenti possono essere inserite nell'occhio?

Nello studio di Siatiri et al. (1) si elencano le principali soluzioni di inserimento delle lenti artificiali (intra-ocular lens = IOL) per risolvere il problema di visione da lontano e da vicino senza ricorrere ad un occhiale aggiuntivo. Le possibilità sono di tecnica monovisione, lenti multifocali e lenti accomodative (2).

1) Tecnica monovisione: un occhio con correzione da lontano ed un occhio con correzione da vicino. Il problema principale è dato dalla visione binoculare, dalla collaborazione fra i due occhi e quindi la mancanza di stereovisione efficace, così preziosa per la definizione delle distanze, profondità e velocità degli oggetti che ci circondano (3).
2) IOL multifocali: in queste lenti si ricerca non solo le visioni da loontano e da vicino ma anche una possibile visione intermedia. Queste lenti però presentano problemi di bassa qualità visiva, riduzione della sensibilità al contrasto oltre che la formazione di areola e riflessi notturni.
3) IOL accomodative: permettono una visione accettabile per oggetti a diverse distanze e, come dice Siatiri, riattivano parte dell'accomodazione. Di queste lenti ne esistono varie opzioni (Diffractiva®, Human Optics, Germania; BioComFold, Morcher, Germania; AT-45 Crystalens, Eyeonics, Inc., Bausch & Lomb, Rochester, NY, USA; Crystalens HD, Bausch & Lomb, Rochester , NY, USA). Il più mportante limite è la riduzione di capacità accomodativa nella fase post-operatoria. Questo a causa di formazioni di bande adesive, argomento che però non ci interessa esapndere per le sue caratteristiche estremamente tecniche (5)


Lo studio di Siatiri si focalizza sulla nuova lente Wichterle IOL-Continuous Focus (WIOL-CF®) creata da Wichterle e i suoi colleghi (6). Il funzionamento di queste lenti è garantito dal cambiamento di posizione della IOL che è dovuto alla contrazione del muscolo ciliare (il muscolo della messa a fuoco) e i suoi punti focali multipli, con il cambio della curvatura e del potere della lente (7,8).

Le conclusioni di questo lavoro sono incoraggianti confermando ottime performance e confort da parte del sìnuemro, seppur esiguo, di casi analizzati, in particolare confrontandoli con le lenti multifocali o con le monoocai che obbligano comunque all'uso di occhiali che compensino le varie distanze.

L'Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in uno studio del 2010, (9) sulle IOL accomodative, conclude però che le evidenze scientifiche sono limitate e sempre con numeri non sufficienti e una prospettiva di pochi anni, per un lavoro statistico attendibile. Nelle ricerche lette negli ultimi anni sembra che la critica di Agenas sia ancora valida (10, 11).


Bibliografia
(1) Heidar Siatiri, Mehrdad Mohammadpour, Afsaneh Gholami, Elham Ashrafi, Nassim Siatiri, Reza Mirshahi "Optical aberrations, accommodation, and visual acuity with a bioanalogic continuous focus intraocular lens after cataract surgery"  Journal of Current Ophthalmology 29 (2017) 274-281.
(2) Leyland M, Zinicola E. "Multifocal versus monofocal intraocular lenses in cataract surgery: a systematic review". Ophthalmol. 2003;110(9): 1789-1798.
(3) Zhang F, Sugar A, Jacobsen G, Collins M. "Visual function and spectacle independence after cataract surgery: bilateral diffractive multifocal intraocular lenses versus monovision pseudophakia". J Cataract Refract Surg. 2011; 37(5):853-858.
(4) Findl O, Leydolt C. "Meta-analysis of accommodating intraocular lenses". J Cataract Refract Surg. 2007; 33(3):522-527.
(5) Langenbucher A, Huber S, Nguyen NX, Seitz B, Gusek-Schneider GC, Kuchle M. "Measurement of accommodation after implantation of an accommodating posterior chamber intraocular lens". J Cataract Refract Surg. 2003; 29(4):677-685.
(6) Portaliou DM, "Kymionis GD. Geuder AG eye tech care". Eur Ophthalmic Rev. 2009; 3(1):54-56.
(7) Pallikaris IG, Kontadakis GA, Portaliou DM. "Real and pseudoaccommodation in accommodative lenses". J Ophthalmol. 2011; 2011.
(8) Pallikaris IG, Portaliou DM, Kymionis GD, Panagopoulou SI, Kounis GA. "Outcomes after accommodative bioanalogic intraocular lens implantation". J Refract Surg. 2014; 30(6):402-406. 8. Kim HJ, Seo JW, Shin SJ, Chung SK.
(9) Migliore A, Corio M, Paone S, Jefferson T, Cerbo M. "Lenti intraoculari accomodative per pazienti con cataratta". Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Roma, Dicembre 2010.
(10) Zamora-Alejo KV, Moore SP, Parker DG, Ullrich K, Esterman A, Goggin M. "Objective accommodation measurement of the Crystalens HD compared to monofocal intraocular lenses". J Refract Surg. 2013; 29(2):133-139. 
(11) Studeny P, Krizova D, Urminsky J. "Clinical experience with the WIOL-CF accommodative bioanalogic intraocular lens: czech national observational registry. Eur J Ophthalmol. 2016;26(3):230-235.

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia - Ministry of Welfare licence n.1169
Esperto in tecniche visuo-posturali
Tutor presso la scuola di Clinica Neuro-Visuo-Posturale - Milano
Membro Associazione Italiana Dislessia (AID)

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

martedì 6 agosto 2019

UNA CORREZIONE SBAGLIATA E MOTILITA' CERVICALE - 2

Ecco il secondo appuntamento con la questione di come occhiali sbagliati possano modificare l'aspetto tonico-posturale e, nel nostro caso in particolare, la motilità cervicale.

Nel caso che vedremo oggi si evidenzia come un mancato bilanciamento della visione fra i due occhi, in funzione anche della dominanza di fissazione, possa alterare la motilità della testa. Tutti noi abbiamo delle dominanze. La più evidente è quela degli arti: chi usa la mano destra e chi la sinistra e lo stesso per quanto riguarda piede destro o sinistro. Anche nella visione ci sono varie dominanze. La più rilevante, specialmente da un punto di vista posturale, è quella di fissazione e cioè l'occhio che prende la mira o che nei cambi di sguardo, arriva prima sull'oggetto e coordina l'occhio controlaterale.


Vediamo quindi il caso di oggi. Si tratta di una persona con leggera ipermetropia non corretta ed uso di un occhiale premontato (quelli che potete comprare nei negozi di ottica, in farmacia e nei supermercati) di +1,00 per le applicazioni da vicino.

Durante l'anamnesi vengono riferiti problemi posturali (dolori cervicali ed uso di bite permanente) ma che nelle prove visuo-posturali sembra non interferiscano sul processo visivo. Al contrario, come vediamo nel grafico qui sotto, la visione quando eliminata (test a occhi chiusi) libera l'attività cervicale e quindi rovesciando la prospettiva, la mancata correzione ottica limita la motilità della testa.

Figura 1

Come nell'articolo precedente analizzeremo solatnto la rotazione laterale che rappresenta il movimento più consueto sul quale poi si sommano, quando necessario flessione laterale, frontale ed iperestensione. L'esame viene eseguito con i parametri indicati nel primo articolo (https://aulo-optometry.blogspot.com/2019/07/una-correzione-sbagliata-puo-ridurre-la.html).

Nel grafico a sinistra (fig.1) abbiamo un'ampiezza di movimento di circa 112° con occhi aperti ma senza correzione. Da notare come la rotazione sul lato destro sia più incerta e frammentata. Infatti nel grafico specifico (fig.2) si vede come ruotando verso destra ci sia nella curva, indicato dalle frecce, come un gradino che aumenta nei seguenti movimenti. Chi lavora in postura potrebbe pensare ad una rigidità muscolare o perfino articolare.

Figura 2

Nel grafico centrale (fig.1) eleminata la funzione percettiva o esterocettiva dell'occhio (ma non la propriocettiva tonico-posturale) vediamo un leggero aumento del movimento cervicale. In realtà essendo la visione stabilizzatrice del sistema tonico posturale del nostro corpo (provate infatti a mettervi con in piedi in linea e poi chidete gli occhi per vedere se l'equilibrio migliora o peggiora) quando chiudiamo gli occhi dovremmo registrare un peggioramento. In questo caso la visione non aiuta ma peggiora la motilità.

Il grafico di destra (fig.1) ci mostra invece un interessante aumento dell'ampiezza di movimento che arriva ad oltre 127°. E' stato eseguito con nuova correzione da lontano di OD+0,50 OS+0,75 dove è stata rispettata e bilanciata la dominanza di fissazione dell'occhio destro. Nel dettaglio (fig.3) risulta ancora più rilevante, dell'aumento di ampiezza, la regolarizzazione del movimento verso destra con la completa scomparsa di quello scalino evidenziato in precedenza. Questo è dovuto alla correzione ben bilanciata. Vedremo a seguire cosa succede se, correggendo comunque la componente ipermetropica, non rispettiamo la dominanza di fissazione.

Figura 3

Il grafico di sinistra (fig.4) è stato eseguito con la correzione in uso da vicino, che però all'esame soggettivo praticamente corrisponde alla correzione ipermetropica da lontano, con bite ma senza il bilanciamento adeguato. Interessante come i valori di motilità cervicale siano tornati come in assenza di correzione e cioè ridotti. I seguenti grafici, centrale e di destra sono rispettivamente con correzione nuova lontano e senza correzione ma in questo caso entrambi senza bite. In questo modo, oltre l'interferenza visiva abbiamo potuto valutare quella stomatognatica.

Figura 4

Rispetto ai grafici della figura 1 si può vedere una riduzione di motilità cervicale che conferma il buon lavoro del bite e questo può essere un buon dato per l'odontoiatra.

CONCLUSIONI
- i sistemi visivo, stomatognatico e tonico posturale sono strettamente correlati e il malfunzionamento di uno di questi può interferire sugli altri.
- il test rivela quanto il sistema visivo e anche quello stomatognatico stiano interferendo o no sul sistema tonico-posturale.
- possiamo valutare l'efficacia delle ortesi a disposizione come occhiali, bite, plantari, ecc.
- il test estremamente preciso ci rivela quanto la correzione sia precisa, con una sensibilità che varia al variare il bilanciamento fra i due occhi, quindi una valutazione dell'efficacia anche fra diversi tipi di ortesi.
- la correzione ottica deve essere ben bilanciata e comunque l'occhio dominante deve vedere meglio.

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)


ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

lunedì 5 agosto 2019

SACCADI...STIMOLO PER IL CERVELLO!


COSA SONO LE SACCADI? 
COME POSSIAMO USARLE PER RISOLVERE PROBLEMI?
Cosa sono lo abbiamo visto in un precedente articolo (http://aulo-optometry.blogspot.com/2017/03/come-stanno-le-tue-saccadi.html) e quindi, dopo un breve riepilogo, vediamo cosa ha scoperto la ricerca su come possono essere collegate ai problemi più disparati e come possono essere utili allenandole.

I movimenti saccadici, o saccadi, sono salti visivi da un punto ad un altro nello spazio, come per esempio gurdandosi intorno o leggendo. Vengono considerati esercizi di grande efficacia nella Ginnastica Visiva, questo perché stimolano aree nervose per assolvere a diverse attività visive. Le saccadi posso essere volontarie come quelle che usiamo quando decidiamo di spostare lo gurardo da un oggetto ad un altro, per esempio camminando per strada o seguendo una partita di tennis


quando saltiamo da un giocatore all'altro. Sono volontarie anche nei movimenti oculari durante la lettura, di fondamentale importanza per la sfera cognitiva e di apprendimento. Le saccadi possono essere anche involontarie come quelle legate a stimolazioni della visione periferica che richiamano la nostra attenzione e il nostro sguardo su quello stimolo. Si può trattare di un oggetto che si avvicina inaspettatamente (un oggetto che cade da uno scaffale o un'auto che non avevamo visto, attraversando la strada).

Come abbiamo detto, i movimenti saccadici vengono usati molto durante l'allenamento visivo. Scopriamo qui sotto dove e quali sono i sistemi collegati e le patologie o disfunzioni che li interessano. E quindi come possono influenzare quei sistemi con una adeguata stimolazione.    




SACCADI E PARKINSON
Nell'articolo di Sophie Rivaud-Péchoux et at. (Improvement of memory guided saccades in parkinsonian patients by high frequency subthalamic nucleus stimulation),  si evidenzia, anche se all'epoca non ancora ben noto il funzionamento (ottobre 1999), lo stretto collegamento fra ipotalamo, area visiva frontale e area visiva supplementare, nel controllo dei movimenti saccadici balistici, guidati dalla memoria. Nei malati parkinsoniani si evidenzia un deficit significativo dell'accuratezza delle saccadi guidate dalla memoria ma con stimolazioni ad alta frequenza del Nucleo Ipotalamico (STN) confermano un deciso miglioramento sul deficit dei movimenti saccadici.

Bibliografia
- Limousin P, Pollak P, Benazzouz A, et al. "Effect on parkinsonian signs and symptoms of bilateral subthalamic nucleus stimulation". Lancet 1995;345:91–5.
- Ardouin C, Pillon B, PiefferE, et al. "Bilateral subthalamic or pallidal stimulation for Parkinson’s disease affects neither
memory nor executive functions: a consecutive series of 62 patients". Ann Neurol 1999;46:217–23.

- Funahashi S, Bruce CJ, Goldman-Rakic PS. "Neuronal activity related to saccadic eye movements in the monkey’s
dorsolateral prefrontal cortex". J Neurophysiol 1991;65: 1464–97.


SACCADI, SUONO E TATTO IN ALLENAMENTO VISIVO
L'articolo di E Yin, T Zeyl, et al. (An auditory-tactile visual saccade-independent P300 brain–computer interface) analizza le risposte a stimoli visivi a livello corticale attraverso l'uso di un sistema di interfaccia computer-cervello (Brain Computer Interface).  Al di là delle specifiche dello studio, risulta interessante vedere come le risposte agli stimoli aumentano di oltre il 50% quando gli stimoli visivi di tipo saccadico vengono collegati a quelli sonori e di tatto.

Bibliografia
B.Z. Allison, E.W. Wolpaw, and J.R. Wolpaw.
Brain-computer interface systems: progress and
prospects. Expert Reviews of Medical Devices,
4(4):463–474, 2007.
B.Z. Allison, E.W. Wolpaw, and J.R. Wolpaw.
Brain-computer interface systems: progress and
prospects. Expert Reviews of Medical Devices,
4(4):463–474, 2007.
B.Z. Allison, E.W. Wolpaw, and J.R. Wolpaw.
Brain-computer interface systems: progress and
prospects. Expert Reviews of Medical Devices,
4(4):463–474, 2007.
B.Z. Allison, E.W. Wolpaw, and J.R. Wolpaw.
Brain-computer interface systems: progress and
prospects. Expert Reviews of Medical Devices,
4(4):463–474, 2007.
- B.Z. Allison, E.W. Wolpaw, and J.R. Wolpaw. "Brain-computer interface systems: progress and
prospects". Expert Reviews of Medical Devices, 4(4):463–474, 2007.

 - A. M. Brouwer and J. B. F. Van Erp. "A tactile p300 brain-computer interface". Front.Neurosci., 4:Doi: 10, 2010. 3389/fnins..00019.
- J. Hohne and M. Tangermann. Towards user-friendly spelling with an auditory brain-computer interface: the charstreamer paradigm. PLoS One, 9(6):E98322, 2014. 
 


ALLENAMENTO VISIVO IN DISLESSICI
Molti studi hanno evidenziato che nei dislessici si registrano sempre alterazioni delle funzioni binoculari e dei movimenti saccadici, come abbiamo già visto in un articolo specifico (https://aulo-optometry.blogspot.com/2019/07/visione-binoculare-e-difficolta-di.html). Questo studio di B. Fischer e K. Hartnegg (Effects of visual training on saccade control in dyslexia - Perception, 2000 - journals.sagepub.com) riporta gli effetti della pratica quotidiana di tre esercizi visivi sulle prestazioni saccadiche di 85 bambini dislessici nella fascia di età compresa tra 8 e 15 anni. I risultati indicano che la pratica quotidiana ha migliorato non solo la capacità percettiva, ma anche il controllo volontario della saccade. Vi segnalo nuovamente un altro articolo di una ricerca sui risultati di ginnastica visiva su bambini certificati DSA (https://aulo-optometry.blogspot.com/2018/08/lallenamento-visivo-migliora-le.html)

Bibliografia
- Biscaldi M, Gezeck S, Stuhr V, 1998 "Poor saccade control correlates with dyslexia'' Neuropsychologia 36 1189 ^ 1202 
- Stein J, Talcott J, 1999 ``Impaired neuronal timing in developmental dyslexia - The magnocellular hypothesis'' Dyslexia 5 59 ^ 77
- Fischer B, Ramsperger E, 1986 "Human express saccades: effects of randomization and daily practice'' Experimental Brain Research 64 569 ^ 578


PLASTICITA' CEREBRALE E SACCADI
A fronte della proposta di ginnastica visiva, che rappresenta sempre stimolazioni nervose, ci viene spesso chiesto se l'effetto sia duraturo o possa perfino ristabilire una funzione persa. Nello studio di T. Nyffeler et al. (Extending lifetime of plastic changes in the human brain, European Journal of Neuroscience · December 2006) si dimostra come stimolazioni a livello della FEF (Frontal Eye Field) consolidino i cambiamenti plastici, impedendo al sistema oculomotore di tornare allo stato iniziale. Si potrebbe quindi ipotizzare che la stimolazione ripetuta è in grado di prolungare la durata di queste modifiche plastiche attraverso un meccanismo di consolidamento. Nello studio gli stimoli della FEF sono di tipo elettrico ma anche gli stimoli semplicemente visivi sono in effetti, nel processo, di tipo bio-chimico e poi elettrico.

Bibliografia
- Azuma, M., Nakayama, H. & Suzuki, H. (1986) "Suppression of visually triggered saccades by electrical stimulation of the monkey frontal eye field". J. Physiol. Soc. Jpn, 48, 266.
- Huang, Y.Z., Edwards, M.J., Rounis, E., Bhatia, K.P. & Rothwell, J.C. (2005) Theta burst stimulation of the human motor cortex. Neuron, 45, 201–206.
- Izawa, Y., Suzuki, H. & Shinoda, Y. (2004) Suppression of visually and memory-guided saccades induced by electrical stimulation of the monkey frontal eye field. II. Suppression of bilateral saccades. J. Neurophysiol., 92, 2261–2273.
- Martin, J.L., Barbanoj, M.J., Schlaepfer, T.E., Thompson, E., Perez, V. & Kulisevsky, J. (2003) Repetitive transcranial magnetic stimulation for the treatment of depression. Systematic review and meta-analysis. Br. J. Psychiatry, 182, 480–491.

TRATTAMENTO DI DISFUNZIONI VISIVE IN INCIDENTI CEREBRALI
Nello studio di K Schlageter et al. (Incidence and treatment of visual dysfunction in traumatic brain injury, 1993 - Taylor & Francis) sono stati studiati l'incidenza della disfunzione visiva e l'efficacia degli esercizi visivi in ​​pazienti con trauma cranico acuto in un programma di riabilitazione. Nel 59% dei soggetti analizzati si è riscontrata una menomazione in uno o più dei seguenti dati: pursuit, saccadi, stereopsis, movimenti extraoculari e eso-exotropia. Nei casi di disfunzione dei pursuit e delle saccadi è stato approntato un programma di allenamento visivo di 2 settimane con valutazione da parte di un optometrista per verificare i risultati. L'idoneità di un programma di ginnastica visiva ospedaliera è risultato non chiaro ma una valutazione iniziale si è rivelata preziosa per l'invio a un optometrista per ulteriori trattamenti.

Bibliografia
- Cohen M., Groswasser Z., Barchadski R., Appel A. Convergence insufficiency in brain-injured patients. Brain Injury 1989; 3(2)187–191[Taylor & Francis Online], [Google Scholar]
- Cohen A. H. Visual rehabilitation of a stroke patient. Journal of the American Optometric Association 1978; 49(7)831–832 [Google Scholar]
- Berne S. A. Visual therapy for the traumatic brain-injured. Journal of Optometric Vision Development 1990; 21: 13–16 [Google Scholar]

VERSIONI OCULARI IN TRAUMI CEREBRALI LIEVI
Lo scopo di questo studio (Versional eye tracking in mild traumatic brain injury: Effects of oculomotor training. Preethi Thiagarajan et al. Brain Injury Volume 28, 2014 - Issue 7 Published online: 14 May 2014) è valutare misure oggettive dei movimenti oculari prima e dopo allenamento visivo in soggetti con traumi cerebrali lievi. I movimenti oculari (fissazione, saccadi balistiche, lettura simulata) sono stati registrati oggettivamente prima e dopo e allenamento. Dopo la ginnastica visiva si è verificata una significativa riduzione dell'errore di fissazione orizzontale. Il guadagno saccadico è aumentato sia in orizzontale che in verticale (p <0,05). Il rapporto di saccade per la lettura simulata, paradigma a più righe ridotto in modo significativo (p <0,05). Nessuna delle misure è cambiata significativamente dopo l'allenamento P.

Bibliografia
- Greve MW, Zink BJ. Pathophysiology of traumatic brain injury. The Mount Sinai Journal of Medicine 2009;76:97–104 [Crossref], [PubMed], [Web of Science ®].
- Ciuffreda KJ, Tannen B. Eye movement basics for the clinician. St. Louis, MO: Mosby Year Book; 1995.
- Hall K. M. Overview of functional assessment scales in brain injury rehabilitation. Neurorehabilitation 1992; 2(4)97–112.

RIABILITAZIONE DELLA LETTURA IN TRAUMI CEREBRALI


Lo studio di Kenneth J. Ciuffreda (Oculomotor rehabilitation for reading in acquired brain injury, Neurorehabilitation, vol. 21, no. 1, pp. 9-21, 2006 ) valuta la riabilitazione oculomotoria correlata alla lettura in soggetti con lesioni cerebrali acquisite. La ginnastica visiva prevede lettura simulata su una riga e su più righe, il monitoraggio di fissazione, saccadi e pursuit. Tutti i partecipanti (post-ictus e post-traumi cranici) hanno evidenziato una capacità di lettura notevolmente migliorata, e questo è stato confermato da molte delle misure della motolità oculare specialmente con il feedback oculomotorio visivo e uditivo combinati. La riabilitazione oculomotoria correlata alla lettura ha prodotto significativi miglioramenti. L'attività saccadica e l'allenamento del ritmo e dell'automatismo, modificano i movimenti oculari per produrre un approccio più sistematico e conseguentemente un migliore profilo di lettura.

SACCADI E POSTURA
Questo studio di Layla Ajrezo et al. (Saccades Improve Postural Control: A Developmental
Study in Normal Children, ed. Ramesh Balasubramaniam, University of California, Merced, USA
) si è concentrato sull'effetto di attività oculomotorie come i movimenti saccadici relazionati alla stabilità posturale, in un rilevante numero di bambini. In tutti i bambini sono state escluse anomalie vestibolari, neurologiche, oftalmologiche e ortottiche. Durante la misurazione posturale, si è evidenziata una correlazione tra aumento dell'età e diminuzione della latenza del saccade, e un miglioramento della qualità della fissazione. L'oscillazione posturale diminuisce con l'età e si riduce nel doppio compito, con saccadi, rispetto a un semplice compito di fissazione. Questi risultati suggeriscono una maturazione dei circuiti neuronali che controllano la postura e i movimenti oculari durante l'infanzia. Lo studio mostra anche la presenza di un'interazione tra il sistema oculomotore e il sistema posturale. Impegnarsi in compiti oculomotori si traduce in una riduzione dell'oscillazione posturale.

Bibliografia
- Blanchard Y, Carey S, Coffey J, Cohen A, Harris T, et al. (2005) "The Influence of Concurrent Cognitive Tasks on Postural Sway in Children". Pediatr Phys Ther 17(3): 189–193.
- Laufer Y, Ashkenazi T, Josman N (2008) "The effects of a concurrent cognitive task on the postural control of young children with and without developmental coordination disorder". Gait Posture 27(2): 347–351.
- Olivier I, Cuisinier R, Vaugoyeau M, Nougier V, Assaiante C (2010) "Agerelated differences in cognitive and postural dual-task performance". Gait Posture 32(4): 494–499. 
- Uchida T, Hashimoto M, Suzuki N, Takegami T, Iwase Y (1979) "Effects of periodic saccades on the body sway in human subjects". Neurosci Lett 13(3): 253–258.

CONCLUSIONI
Da tutto quello che abbiamo letto possiamo desumere che:
- i movimenti Saccadici o Saccadi sono coinvolte in molti processi neuro-fisiologici e condizionate da varie patologie e disfunzioni del nostro sistema nervoso.
- l'allenamento di queste può migliorare molto, e talvolta risolvere, le disfunzioni che presentavano, influenzando in modo positivo il sitema colpito.
- i movimenti saccadici sono strettamente collegati alla postura e all'equilibrio che ne è la sua massima espressione.
- l'allenamento di questi movimenti oculari se unito a stimoli sonori e di coordinamento visuo-motorio (touch) amplificano notevolmente il loro effetto.








IL SISTEMA JETPROGRAM, unito anche a tecniche di allenamento visivo nello spazio, riunisce tutte queste caratteritiche e la nostra collaborazione continua con specialisti della postura e delle problematiche di apprendimento (DSA) ne sono la riprova.












Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

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LE LENTI BLU PROTEGGONO REALMENTE, DA PROBLEMI DI VARIO TIPO, GLI OCCHI?

La questione sull'affaticamento, o perfino danni legati all'uso di computer e sistemi elettronici in generale, è molto dibattuto. Ne...