venerdì 27 marzo 2020

L'INGANNO DI BATES


L'inganno in realtà non è quello del Dr. Bates, che con le sue intuizioni probabilmente ha posto le basi per l'attuale ginnastica visiva, ma di chi continua a presentare le sue teorie e i suoi scritti come attuali e a vendere corsi spesso gestiti da non specialisti della visione, per "recuperare la vista". E' questa infatti la cosa che mi ha sempre incuriosito affrontando l'argomento "Bates". Chi propone e spiega queste tecniche spesso non ha nessuna conoscenza del sistema visivo e della neurofisiologia.

Vediamo quindi quali sono i punti di forza e i punti deboli, di questa teoria, partendo da un inquadramento storico.


Periodo storico
William Horatio Bates era un medico vissuto a cavallo fra il 1800 ed il 1900 (1860-1931) che grazie alle proprie intuizioni ed evidenze cliniche, preparò degli esercizi per migliorare la vista senza l'uso di occhiali. Il problema principale, dell'applicazione odierna delle sue teorie, è che la mancanza delle conoscenze sviluppate dalle neuroscienze solo negli anni '50 e la generalizzazione che fece dei dati che raccoglieva non gli permisero di svilluppare risultati che si possono definire scientifici.
 
fig.1 Alla Ricerca dell’Elisir di lunga vita (9)

Età media degli abitanti di USA e GB
Nei libri che ho avuto l'opportunità di leggere (ristampe che periodicamente appaiono sul mercato) non si parla mai delle date relative alla vita di Bates e alla pubblicazione del libro (1919). E le date sono importanti anche da un punto di vista sociale. Nel 1850, in Inghilterra e Stati Uniti d'America l'aspettativa di vita era intorno ai 40-45 anni che sali nel 1950 a 65 anni. Facendo quindi una curva di progressione potremmo ipotizzare che a cavallo del secolo l'aspettativa di vita era intorno ai 50 anni. Inoltre ancora nel 1900, gli Stati Uniti avevano il più alto tasso di morti sul lavoro di qualsiasi paese industrializzato del mondo, riducendo ulteriormente il numero di potenziali presbiti.


Livello culturale del periodo
Da un punto di vista di istruzione nel 1900 solo circa il 7% degli statunitensi aveva conseguito il diploma di scuola media superiore. Dato che salì al 17% nel 1920. In Europa la situazione era decisamente peggiore con solo il 20% dei giovani tra i sedici e i diciassette anni che frequentava ancora la scuola.

Incrociando i dati possiamo immaginare che la richiesta visiva era molto bassa sia per la tipologia di lavoro svolto dalla maggioranza della popolazione che per il livello culturale del periodo. La lettura era sicuramente un lusso per pochi e le attività lavorative da impegno intellettivo erano probabilmente rilegate ad un numero basso di impiegati. Inoltre per l'aspettativa di vita possiamo persino escludere la presbiopia (problema da vicino che subentra intorno ai 50 anni) e quindi risultano anche curiose le affermazioni dove si parla della soluzione di questo problema.

Alla luce dei grandi passi delle neuroscienze negli anni '50 e degli sviluppi tecnologici e neurofisiologici degli ultimi anni, proviamo ad analizzare alcune affermazioni di Bates e poi gli esercizi stessi da lui approntati. Il libro che prenderò in considerazione, e sul quale farò i riferimenti, è "Il metodo Bates per vedere bene senza occhiali" edito da Casa Edit. Astrolabio e pubblicato nel 1989.


TEORIA E REALTA' (pag.5)
Bates fa una serie di considerazioni che oggi risultano completamente errate. Indica i vizi refrattivi come malattie che la scienza "moderna", di quel periodo, indicava "curabili" solo con l'uso di "stampelle" che erano gli occhiali. Indica il nostro corpo imperfetto e a prova di ciò definisce l'appendice intestinale come un'erronea dimenticanza nello sviluppo del corpo. Oggi sappiamo quanto questo sia falso e quanto importante sia quella appendice per i nostri microbioti (1).
Ha ragione quando, già allora, osservava come l'occhio si fosse sviluppato fondamentalmente per una visione da lontano, come predatore, e che nell'età "moderna" (non poteva immaginare cosa sarebbe successo nei successivi cento anni) la richiesta visiva da vicino, sia a livello lavorativo che intellettivo, era aumentata.


Nelle pagine seguenti Bates afferma che il cristallino si modificherebbe solo di piccole entità e solo in età giovanile. Questo fatto non spiegherebbe i grandi cambiamenti di fuoco dell'occhio imputabili, secondo lui, alla capacità del bulbo stesso di cambiare di forma e lunghezza. Teorie totalmente errate (4, 7), alla luce delle moderne metodiche d'indagine come TAC, RM, ecobiometria, ecc.

Parla inoltre, sempre riferendosi al cristallno, della presbiopia che affetterebbe i soggetti dai 40-45 anni, provocando una importante riduzione delle capacità di messa a fuoco già dai 20 anni. Altro dato che non corrisponde a verità. Oggi sappiamo che la riduzione di elasticità e l'aumento di spessore del cristallino avviene in modo graduale fin dalla nascita ma che inizia a creare problemi di tipo funzionale in età più avanzata. Una componente importante di questo processo è legata all'ossidazione dei tessuti dello stesso cristallino, determinata sia da fattori ambientali che alimentari (2, 3). Questo ci porta, nella pratica clinica, a trovare soggetti che iniziano ad avere problemi da vicino, in assenza di altri difetti refrattivi, intorno ai 50 anni di età e soggetti che riescono a postergare la necessità degli occhiali per ancora 5-10 anni. Naturalmente il tutto è sempre condizionato dal tipo di attività visiva svolta dal soggetto ma anche dallo stile di vita alimentare.

LA VERITA' SULL'ACCOMODAZIONE (pag.14)
In questo capitolo Bates ribadisce il concetto che il cristallino non sarebbe implicato nel cambio di fuoco dell'occhio. Concetto totalmente sbagliato! (10, 11, 12)

 fig.2 Correcting presbyopia - Modern Options (8)

A pag.20 l'affermazione "cambia anche la forma dell'errore: la miopia si trasforma addirittura in ipermetropia e una forma di astigmatismo in un'altra" che Bates usa per provare che i vizi refrattivi (miopia, ipermetropia e astigmatismo) non dipendono dalla struttura dell'occhio, che sarebbe ovvimante immutabile, una volta finito lo sviluppo, in realtà descrive quello che clinicamente possiamo registrare frequentemente. Questi effetti si spiegano con le alterazioni che il sistema accomodativo subisce a causa di un cattivo uso della visione e perfino per interferenze del sistema tonico-posturale attraverso le connessioni comuni fra Formazione Reticolare, Collicolo Superiore, ganglio di Gasser e trigemino, ecc.

Tralasciamo quindi le seguenti pagine dedicate a valutazioni di tipo anatomico, fisiologico e funzionale che possono essere contestate facilmente (per le quali rimango a disposizione dei curiosi che vorranno chiarimenti puntuali) e passiamo alla parte di esercizi.

IL PALMING (pag.49)
La procedura di coprire gli occhi con le palme delle mani per rilassare la visione è sicuramente efficace e vedremo perché. Quello che non ha basi scientifiche e viene contraddetto dallle evidenze neurofisiologiche è la questione legata alla percezione del nero collegata all'assenza o scomparsa dei problemi visivi. Il sistema nervoso retinico è organizzato in aree percettive che hanno zone ON e OFF. Questo vuol dire che le aree hanno zone che se colpite da luce si accendono e zone che si spengono (13, 14, 15). Possiamo capire quindi che tappando gli occhi avremo zone stimolate e zone inibite dando come risultato l'impossibilità di vedere un nero intenso e totale che significherebbe assenza di stimoli. 
La parte sicuramente efficace è comunque l'interruzione di una visione che rappresenta sempre un lavoro per gli occhi e tutto il sistema visivo, ed un lavoro particolarmente faticoso in caso di ipermetropia o astigmatismo. Il chiudere gli occhi senza usare le mani può non avere lo stesso effetto. Infatti usando le mani rilassiamo tutto l'occhio ed annessi come il muscolo orbicolare palpebrale, innervato dal muscolo facciale, che serve a chiudere le palpebre (16).

Inoltre durante un'attività visiva prolungata, specialmente se di tipo cognitivo, riduciamo il battito degli occhio (ammiccamento) provocando secchezza oculare. La secchezza oculare può essere dovuta anche a questioni ambientali, fisiologiche e funzionali. Una inadeguata lubrificazione della cornea provoca inizialmente una perdita di qualità visiva. La lacrima infatti uniforma la superficie irregolare della cornea, trasformandola in una lente di buona qualità. Secondariamente danneggia le cellule epiteliali, attivano i nocicettori che rilasciano i mediatori dell’infiammazione, inducendo lo stimolo doloroso (5, 6).

Riassumendo il palming porta a rilassare i muscoli delle palpebre, quelli della messa a fuoco e della motilità oculare (eliminando la visione), permette di recuperare un'ottimale lubrificazione della cornea che porterà, alla riapertura delle palpebre, anche ad un miglioramento visivo come aveva notato Bates. Non ci sarà invece nessuna relazione con i problemi visivi e la possibilità di vedere il nero intenso. Ciò che vediamo ad occhi chiusi è determinato dall'eletricità di base del sistema nervoso e attività determinate da condizioni emotive.

LA MEMORIA AGEVOLA LA CAPACITA' VISIVA (pag.55)
In questo capitolo Bates cita per la prima volta i "disturbi funzionali" che sono alla base delle rieducazioni visive anche oggi. Una delle affermazioni ricorrenti è che il nero, rispetto agli altri colori, si vede bene sia con molta luce che con poca. Questo è corretto perchè la parte centrale della retina, che vede i colori, funziona solo con molta luce mentre con bassa luce vediamo in bianco e nero (17). Inoltre Bates fa riferimento anche al fatto che gli occhi che vedono meglio percepiscono meglio il nero e anche questo è corretto. Il contrasto delle immagini, e quindi la percezione di nero e grigio, è direttamente relazionato al fuoco. Più grande sarà il problema visivo e più il contrasto dell'immagine sarà ridotto.


fig.3 by ClearVision.it

Vediamo nella fig.3 come cambia l'intensità del nero, del contrasto, all'aumentare del problema visivo (D = diottrie). Tornando alla percezione e il ricordo del "nero", sempre in relazione alla stimolazione di tipo neuronale collegato anche a questioni emotive, ritengo che possa esser utile usare la percezione del nero, ad occhi chiusi, per facilitare il rilassamanento e non solo visivo. Questo è comunque un parere personale non avvalorato da studi scientifici. Bates fa riferimento anche a persone con miopie elevate che con i vari esercizi tendevano a ridursi o scomparire.

Come detto anteriormente il sistema accomodativo, attraverso il cristallino, può simulare miopie anche molto elevate attraverso attività visive stressanti, problemi psicologici (miopia isterica), diabete, e altre aptologie legate al sistema nervoso  (18, 19, 20, 21). Risulta possibile registrare variazioni anche importanti della miopia non legati a problemi refrattivi, casi riportati da Bates in questo capitolo.

Il titolo "la memoria agevola la visione" nasconde in realtà la verità che "la memoria agevola l'elaborazione di qualcosa che non vedo bene". A riprova di ciò vi propongo uno gioco che di tanto in tanto gira sui social dove è evidente come il cervello è capace di leggere qualcosa che non riesce a vedere correttamente. 


In realtà non esiste nessuno studio dell'Università di Cambridge ma nell’immagine dove sono scritte le parole riuscirete a leggerle in modo corretto perchè il nostro cervello ci consente di anticipare la lettura ricordando il significato semantico di un termine già incontrato. Il cervello quindi sfrutta la memoria per ricomporre immagini che conosce anche se non lo vede in modo corretto.


L'IMMAGINAZIONE AGEVOLA LA CAPACITA' VISIVA (pag.63) 
In questo capitolo si sottolinea che al conoscere un'immagine il sistema visivo riesce a codificarlo più velocemente e con maggior precisione. Questo è corretto. La visione, come spiega Bates, è un processo complesso con coinvolge il proprio vissuto con le esperienze visive, emotive, sensoriali. Per gli specialisti visivi infatti il "testimone oculare" è molto pericoloso perché sappiamo come la visione può essere completamente condizionata e modificata dalle proprie esperienze e da contesti particolari come sono le illusioni ottiche.

fig.4 Due messicani o due vecchi? by 105.net

In seguito Bates, in un parallelismo fra macchina fotografica e occhio, cerca di dimostrare che il contrasto non è direttamente proporzionale al fuoco adducendo come prova il fatto che il nero non è stabile, ci può essere visione doppia e altri effeti non costanti. In realtà tutto questo conferma che la visione non è stabile, il fuoco non è stabile e anche l'allineamento degli occhi può fluttuare, tutto collegabile a tensioni accomodative e stress (distress) visivo. Bates parla anche del fatto che l'occhio può vedere meglio le linee ortogonali e peggio le oblique. Non sapeva di aver individuato, cosa che oggi abbiamo provato con i test elettrofisiologici, che il processo di elaborazione corticale ha una via preferenzialeverso le linee verticali e orizzontali rispetto alle oblique. Visione multipla, modifiche delle dimensioni e della posizione dell'oggetto osservato sono perfettamente compatibili con il processo visivo come lo conosciamo oggi, ma non con le teorie di Bates.

LO SPOSTAMENTO E L'OSCILLAZIONE (pag.71)
Anche in questo capitolo Bates tende a mescolare e confondere varie funzioni del sistema visivo ma aveva sicuramente individuato alcuni aspetti totalmente esatti. Parlando dei movimenti oculari afferma che gli occhi non riescono a stare completamente immobili e che arrivando ad una buona fissazione stabile tendono a perdere il fuoco dell'oggetto osservato. Questo fenomeno è corretto e fa riferimento al nistagmo fisiologico che mantiene l'occhio in un continuo tremolio anche quando abbiamo la sensazione di fissare fermamente un oggetto.

A questo sono uniti i movimenti di salto da un punto ad un altro (movimenti saccadici che usiamo durante la lettura per esempio) e i  movimenti d'inseguimento (pursuit), il tutto coordinato dal sistema vestibolare dell'orecchio interno. I micro-movimenti servono a mantenere l'occhio in continua tensione, pronto a quanlsiasi movimento richiesto, e ad evitare lo sbiancamento retinico (22, 23, 24). I neuroni addetti alla visione, coni e bastoncelli, funzionano grazie a sostanze che durante la visione si "consumano" e se gli occhi riuscissero a fermarsi completamente, l'immagine scaricherebbe le stesse cellule portando alla perdita progressiva di visione fino allo "sbiancamento" completo (25).

L'esercizio proposto di fissare un punto e cercare di vedere lettere a lato, saltando da una lettera all'altra, sfrutta la visione periferica che effettivamente porta a rilassare quella centrale e migliorare la percezione globale, anche se Bates considera che questo "sforzo" può in realtà peggiorare la visione.  

LE ILLUSIONI OTTICHE (pag.80)
L'inzio del capitolo è abastanza confuso dove si parla delle illusioni ottiche presenti con visione normale ma anche con problemi visivi. Nel proseguire con le varie tipologie di "illusioni ottiche" si può leggere una serie di inesattezze dovute all'impossibilità di conoscere ciò che sappiamo oggi.
- Illusioni cromatiche: Bates le indica come daltonismo, difetto della percezione dei colori tendenzialmente verde e azzurro. In realtà il daltonismo indica un difetto della percezione dei colori sulla gamma rosso/verde, nome derivante dal ricercatore britannico John Dalton che per primo, nel 1794, descrisse il disturbo che lui stesso aveva. I disturbi della visione dei colori si definiscono discromatopsie e possono essere sulla gamma blu/giallo (tritanopia), rosso (pronatopia), verde (deutenaropia) (26).

fig.5 Tavole di Ishihara


- Illusione di dimensione: effetti di ingrandimento o rimpicciolimento, specie se gli occhi sono diversi (aniseconia), possono essere effetti ottici legati alla lunghezza e/o alla potenza degli occhi (29).
- Illusione di forma: le distrsioni delle lettere o di oggetti possono essere collegate ad astigmatismo che da proprio questo effetto. E se attivata l'accomodazione le distorsioni possono anche cambiare continuamente. Inoltre si accenna a un effetto puramente neurologico che si chiama "affollamento" dove è possibile leggere lettere singole e non più se circondate da altre, seppur della stessa dimensione.
- Illusione di oggetti non esistenti: facendo riferimento alle miodesopsie o mosche volanti (impurità all'interno dell'umor vitreo, sostanza che riempie eda forma all'occhio) si imputano ad affaticamento visivo e comunque ad una illusione. Oggi sappiamo essere alterazioni organiche e reali all'interno dell'occhio (27, 28).
- Illusione di colori complementari: la possibilità di vedere colori opposti a quelli appena fissati è sempre collegato ad una questione neurologica dei recettori che si scaricano. Se fissate per qualche minuto una pagina rossa e poi osservate una pagina binaca la vedrete di colore verde. Si chiama post-immagine (30).
- Punti ciechi dopo aver fissato il sole: ASSOLUTAMENTE PERICOLOSO! Ho voluto sottolineare che guardare il sole è estremamente pericoloso per danni anche permanenti a livello della retina. L'effetto descritto di vedere macchie nere può esere collegato sia a post-immagini appena citato ma anche a scotomi provocati appunto da danni ai recettori visivi.
- Illusioni delle stelle scintillanti: si indicano come illusioni mentali ma in realtà si tratta di effetti legati a effetti retinici transitori o danni retinici come rottura e distacco della retina. In caso di osservare scintillii e lampi rivolgersi immediatamente ad un pronto soccorso oculistico, per scrupolo.

Una costante di tutto lo scritto di Bates è che fa riferimento a molte ricerche, risultati scientifici, ecc. senza mai produrre una bibliografia o dato specifico sulla sperimentazione svolta. 


PRESBIOPIA: CAUSA E TRATTAMENTO (pag.96)
Nel capitolo si ribadisce tutto il tema della presbiopia che come abbiamo esposto in precedenza è completamente errato sia nella valutazione dell'età che nella spiegazione. Ma qui si accenna ad altra questione molto interessante. Bates indica che molte persone nell'avanzare dell'età vedono scomparire i problemi di visione da vicino tornando a vedere meglio di persone più giovani.

Un fatto che probabilmente al momento non era noto è che nell'avanzare degli anni il cristallino non solo perde la propria elasticità ma degenera in un modo che fa aumentare la sua potenza. Potrà essere capitato a molti di vedere la nonna che lascia i vecchi occhiali da vicino e torna a vedere bene da vicino. Quello di cui non ci preoccupiamo, per il nuovo stile di vità di una persona anziana (ma oggi questa sta cambinando radicalmente)  non si controlla la visione da lontano che a questo punto risulterà sicuramente ridotta.



Saltando i prossimi capitoli per l'impossibiltà di commentare, in modo sintetico, tutte le affermazioni oggi non più corrette rimando i lettori ad una risposta personalizzata per chi volesse affrontare argomenti ed affermazioni specifiche. Contattatemmi senza problemmi.

I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA CURA (pag.135)
Affrontiamo quindi telegraficamente i punti già visti duranmte la lettura del libro:
- Fare riposare gli occhi: assolutamente corretto far riposare gli occhi chiudendoli e aggiungerei assumendo una posizione comoda e rilassata per tutto il corpo (integrazione fra visione e postura) con una respirazione profonda diaframmatica che, attivata dal sistema simpatico, interagisce con il sistema accomodativo rilassandolo.
- Il palming: ho già esposto perchè rappresenta una pratica positiva per un rilassamento oculare.
- L'oscillazione: movimenti a salto (saccadici) e di inseguimento (pursuit) e anche stimolazione della visione periferica sono positive per stimolare il miglior funzionamento del sistema visivo.
- La memoria: questa può facilitare la codifica di immagini viste sfuocate ma non certo migliorare la vista.
- L'immaginazione: immaginarsi qualcosa per riuscire a vederla è un concetto abbastanza astruso e certo non ha basi scientifico-neurologiche.
- La fissazione centrale: si afferma che cercare di vedere con un campo ampio porta ad affaticameno e quindi a riduzione della visione. In realtà ampliare la visione come estensione, oltre che permettere maggiori campacità visive, porta ad un rilassamento generale.
- La cura del sole: alla base di questa tecnica assolutamente pericolosa per la salute degli occhi (danni anche irreversibili alla retina) c'è però un concetto esatto. L'abbagliamento, e in questo caso va bene dirigere lo sguardo verso il sole con gli occhi chiusi, stimola il rilassamento del sistema accomodativo. Ad occhi aperti invece è importante proteggere l'occhio con occhiali da sole, contro i raggi UVA (ultravioletti A).

CONCLUSIONI
Spero di aver chiarito, con questo articolo, cosa delle intuizioni di Bates è ancora valido e quali sono le cose che non hanno nessuna base scientifica o addirittura possono risultare dannose. Il suo concetto principale che i difetti visivi come ipermetropia, miopia, astigmatismo e presbiopia non siano strutturali (legati alla forma dell'occhio) e neanche funzionali (legati alle funzioni accomodative, ecc.) è completamente errato.

Nella sua esposizione la visione diventa più che un fenomeno neurologico e ottico, un processo psicologico fatto di emozioni, memoria, immaginazione e che grazie all'esercizio di questi aspetti può "guarire" qualsiasi difetto dell'occhio. Una visione quasi platonica del "VEDERE" (31, 32, 33). E' ovvio che la componente psicologica può giocare un ruolo importante nel "vedere" il mondo che ci circonda ma alla base deve comunque esserci un organo che strutturato in modo adeguato funzioni anche in modo corretto.

La cosa più importante è che qualsiasi programma di rieducazione e ginnastica visiva non possono che essere preparate e personalizzate da uno SPECIALISTA DELLA VISIONE.

Rimango a vostra disposizione per chiarimenti puntuali.

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Ministry of Welfare licence n.1169


Esperto in tecniche visuo-posturali
Tutor e docente della scuola di Clinica Neuro-Visuo-Posturale - Milano
Membro Associazione Italiana Dislessia (AID)

email ieri.luca@gmail.com
cell. +39.328.6113505
FB Aulo Optometria Ottica
Blog Aulo Optometry


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ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

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