martedì 24 gennaio 2017

POLEMICHE SULLA DISLESSIA




Portale di neuropsichiatria infantile,psichiatria e psicoterapia

 

Polemica sulla dislessia


Polemica sulla dislessia.
In questa lettera un'insegnante protesta contro quella che sembra da molte parti diventata un'epidemia di Dislessia, o di DSA (Disturbi specifici dell'Apprendimento), provocata forse anche dal dilagare di screening diagnostici nelle scuole.

Quell'insegnante non è l'unica persona, anche specialista, preoccupata del dilagare di diagnosi di DSA in bambini con difficoltà scolastiche. Fra l'altro le classificazioni diagnostiche che gli specialisti devono usare (ICD10 e DSM4) prevedono solo la voce 'Disturbo specifico', che automaticamente si trova ad essere usato spesso anche per difficoltà che 'specifiche' non sono, in quanto associate con fattori ambientali sfavorevoli all'apprendimento. 
Come è noto non esiste una diagnosi "specifica", un aspetto 'patognomonico', un esame definitivo: la diagnosidi disturbo "specifico" è per esclusione di altre cause "aspecifiche", cioè conosciute, quali lesioni cerebrali, sindromi disgenetiche, ritardo mentale, scarsa o cattiva scolarizzazione, ambiente disagiato da un punto di vista psicosociale, difficoltà di attenzione e di comportamento, ecc. Quando non c'è una di queste 'cause', invece che usare la parola 'idiopatica', aggettivo con cui in medicina si indica che non si conosce la causa, viene usato l'aggettivo 'specifico', e viene detto che ci deve essere una causa specifica, genetica, a livello cerebrale, anche se ancora anni di ricerche e migliaia di pubblicazioni non l'hanno scovata. Le 'prove' dell'esistenza sono sostituite dall'"accordo fra le persone che se ne intendono", cioè il " consensus" degli esperti. Come prova scientifica è un po' scarsa, e si presta a grandi conflitti di interessi.
Anche nell'ASL dove lavoro la voce DSA è di gran lunga la più gettonata fra le diagnosi del Servizio per la salute mentale dell'Infanzia e Adolescenza, e l'effettuazione da alcuni anni nelle prime e seconde elementari di screening per i disturbi di apprendimento (fra l'altro su iniziativa a suo tempo di un direttore sanitario di ospedale pediatrico) ha prodotto un aumento degli invii al servizio da parte delle scuole.
Occorre dire che è estremamente raro che non si riscontrino, se si vanno a cercare, fattori ambientali e/o psicosociali, in queste situazioni: il più delle volte però questi passano in secondo piano, anche perchè l'intervento più disponibile e facile da attivare dalle USL è quello logopedico, che si ritrova così ad essere l'intervento di scelta in una quantità di disturbi dello sviluppo infantile, dall'autismo, all'iperattività, ai disturbi del comportamento e oppositività alle difficoltà di linguaggio alle difficoltà di apprendimento.

E' molto più difficile come è noto avere interventi di altro tipo nei servizi, (psicoterapico, sociale, educativo ecc) per cui è tipico che si risponde alle domande con gli strumenti disponibili anche se questi non sono quelli indicati: se il salumiere non ha il prosciutto voluto, è probabile che si ripieghi su quello che ha, e magari ci si convinca che "va bene anche quello". E magari anche che "è il migliore". Potenza del bisogno!
La scelta poi di quali strumenti dotare i servizi, come è noto, spesso soggiace a influenze di vario tipo su cui glissiamo.
Un altro malcostume ormai diffuso è che le famiglie incappate nello screening arrivano avendo già avuto dall'insegnante sia la diagnosi che la terapia, cioè dislessia e logopedia, e qualsiasi altra indicazione finisce per essere vissuta come una lesione dei loro diritti.
La preoccupazione di quell'insegnante è a mio parere legittima e fondata.
Dr Gianmaria Benedetti
Ordine dei medici (FI) n.4739
(Articolo originale)

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

venerdì 13 gennaio 2017

CONGIUNTIVITI FREQUENTI O CRONICHE? SARA' STRESS VISIVO?











Vi è mai capitato di avere arrossamenti frequenti con diagnosi vaghe tipo "probabilmente si tratta di un'allergia" o comunque senza riuscire a trovare una soluzione definitiva?

Da molti anni ormai è stato provato che la presenza di acidosi nei tessuti facilita le infiammazioni e gli stati dolorosi. Allo stesso modo, in varie ricerche, si conferma la migrazione delle cellule che "trasportano" le infiammazioni da tessuto a tessuto, attraverso la circolazione sanguigna.

Molto frequenti sono le infiammazioni muscolari dovute a eccessivo uso o tensioni costanti in posizioni non corrette. L'iperacidosi è una delle cause, dopo un continuo ed intenso lavoro.



















 Vediamo allora cosa può succedere ai muscoli dei nostri occhi.

Secondo una recente indagine, in Italia l’88% delle persone tra i 35 e i 44 anni utilizza dispositivi mobili. Si tratta di un utilizzo continuo e costante dal momento che il 58% degli intervistati li adopera per 5 o più ore al giorno. Inoltre il 70% del campione afferma di utilizzare uno smartphone. Dati aggiornati riferiscono che ad oggi il numero di smartphone e tablet ha superato la popolazione mondiale.
















Questi dati confermano quanto i dispositivi digitali siano diventati imprescindibili oggigiorno ma rappresentano anche una sfida per i nostri occhi. Il loro frequente utilizzo comporta una prolungata attività della visione da vicino e ciò significa che gli occhi sono sottoposti ad uno sforzo costante di messa a fuoco. Inoltre la piccola dimensione del carattere di testo e la distanza più ravvicinata, rispetto alla normale distanza di lettura, amplificano tale sforzo del muscolo ciliare dell’occhio (addetto alla messa a fuoco). Una delle conseguenze è che gli utilizzatori spesso accusano episodi di irritazione agli occhi, affaticamento visivo, dolore al  collo e mal di testa.














 Ricollegando i vari punti affrontati possiamo concludere che uno stress visivo prolungato può provocare un'infiammazione dei tessuti muscolari adibiti alla messa a fuoco, infiammazione che può passare dai tessuti circostanti fino ad arrivare alla congiuntiva provocando arrossamento e bruciore.

 Ma cosa può provocare una continua tensione muscolare nell'occhio, e quindi uno stress visivo?



I problemi possono essere collegati ad uno scorretto uso dei propri occhi o da un difetto visivo non corretto in modo adeguato.
  • Uso scorretto degli occhi: il sistema di messa a fuoco, come tutti i muscoli, teme più di tutto lo sforzo statico come per esempio la visione prolungata di un oggetto sempre alla stessa distanza. Questo è precisamente ciò che accade durante lo studio, il lavoro al computer e l'uso sempre più intenso di telefonini e tablet. Ma anche l'illuminazione rappresenta un fatore importante nell'attività visiva. Questa dovrebbe essere ne troppo forte ne troppo bassa e con un equilibrio di 1 a 3 fra luminosità periferica e quella centrale.
  • Difetti visivi non corretti: fondamentalmente parliamo di ipermetropia ed astigmatismo ipermetropico. Questi due vizi refrattivi hanno la caratteristica di poter essere corretti dall'occhio grazie l'accomodazione (messa a fuoco) ma questo comporta un'intensa attività muscolare sia dei muscoli interni che esterni all'occhio (sistemi di messa a fuoco e di motilità oculare). 
















Entrambe le condizioni possono essere causa di affaticamento, mal di testa, fluttuazioni visive e sintomi come bruciore oculare arrossamento e prurito legati ad una infiammazione che a questo punto non sarà trattatibile con antibiotici, antistamici o altri farmaci che non siano l'interruzione dello stress visivo con un nuovo e più adeguato comportamento e/o con una correzione ottica adeguata.

Caso clinico:
Un caso clinico emblematico e che in qualche modo, quasi 30 anni fa, dette inizio alla mia ricerca sul collegamento fra stress visivo e infiammazioni oculari fu un giovane studente universitario con una miopia di circa 2 diottrie. Si presento in studio chiedendo di poter applicare lenti a contatto. Si presentava però un problema importante: il giovane soffriva di una forte congiuntivite ormai diagnosticata come cronica a causa di molti tentativi di trattamento farmacologico non riusciti.










Durante l'esame visivo si evidenziarono caratteristiche più tipiche di un soggetto ipermetrope che miope. Iniziammo un programma di ginnastica visiva e dopo la riduzione della correzione miopica di più di una driottria la congiuntivite scomparve. Mi preme sottolineare  che in quel periodo erano state sospese tutte le cure perchè non efficaci e l'unico trattamento era di tipo antistaminico per ridurre la sintomatologia.
Le conclusioni furono che eravamo in presenza di una forte sovraccorrezione miopica che provocava uno stress visivo costante che a sua volta portava ad una infimmazione che non era ne batterica ne virale. Naturalmente, parallelamente alla scomparsa della congiuntivite, si normalizzarono tutte le funzioni visive che erano alterate dall'ipercorrezione.

Quindi per concludere se avete congintiviti frequenti e non ben curabili, associate magari ad affaticamento visivo e mal di testa cercate un professionista che possa fare una verifica approfondita sulle vostre funzioni visive.  
Rederenze:
- Reeh PW, Steen KH, Hanisch AE (1991) A dominant role of acid pH in inflammatory excitation of nociceptors in rat skin. Sot Neurosci Abstr 17:537.
- Steen AE, Reeh PW, Kreysel HW, Steen KH (1993) Experimental tissue acidosis potentiates pain induced by inflammatory mediators. VIIth World Congress on Pain (Paris), R 39.
- Steen KH, Reeh PW (1993) Sustained graded pain and hyperalgesia from experimental tissue acidosis in human subjects. Neurosci Lett 154:113-l 16.
- Luster AD, Alon R, von Andrian UH. (2005) Immune cell migration in inflammation: present and future therapeutic targets. Nat Immunol. 2005 Dec;6(12):1182-90.
- Mobile World Congress 2013, Barcelona - Spain
Mimura T, Mimura Y, Arimoto A, Amano S, Yamagami S, Funatsu H, Usui T, Noma H, Honda N, Okamoto S. (2007) Relationship between refraction and allergic conjunctivitis. Eye (Lond). 2009 Jan;23(1):63-6. Epub 2007 Oct 12.


Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

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