lunedì 31 dicembre 2018

IN USA I BAMBINI NON DOVRANNO PIU' SOPPORTARE IL BENDAGGIO, PER L'OCCHIO PIGRO



Vi propongo un articolo dove si discute nuovamente su quanto sia superata in USA la tecnica dell'occlusione (tappino) per il trattamento dell'occhio pigro. In altra pubblicazione del nostro Blog (https://aulo-optometry.blogspot.com/2018/08/trattamenti-dellocchio-pigro-secondo-il.html) il Prof. Frosini, medico oculista, descrive l'occlusione come ultima ratio, nel caso le altre strategie non abbiano successo.

L'articolo scritto dal dottore in optometria Dan L. Fortenbacher (Michigan College of Optometry) si intitola "Terapia Visiva e Applicazione della Realtà Virtuale" e presenta un trattamento realmente innovativo basato sulla realtà virtuale. Fortenbacher presenta l'articolo nel suo blog del quale trovate il link a fondo pagina.

La realtà virtuale non è ancora alla portata di tutti ma sistemi elettronici computerizzati, rappresentano un passo avanti nell'affrontare problemi visivi come l'occhio pigro, e tante altre disfunzioni dove il potenziamento visivo ed il coinvolgimento degli altri sistemi, sensoriale, propriocettivo e motorio, cambiano radicalmente i risultati. Ovviamente tutto ciò senza sostituirsi al trattamento medico oculistico ed ortottico.


THE VISIONHELP BLOG

Quando si tratta dell'assistenza sanitaria di tuo figlio, quale genitore preferirebbe che lo specialista prescriva un trattamento obsoleto, che fornisce risultati limitati e con molti effetti collaterali negativi? Sicuramente, tutti i genitori direbbero "No" se si trovassero in questa posizione. Eppure questo è esattamente il caso di molti bambini con la forma più comune di perdita di qualità visiva durante lo sviluppo, l'ambliopia (occhio pigro). Ai genitori viene spesso detto che il trattamento primario del loro bambino è una benda sull'occhio?




Quello che vedremo è un caso vero di un ragazzo di 8 anni con ambliopia. È un paziente i cui genitori rimasero frustrati dall'approccio del trattamento con tappino per il loro bambino e stavano cercando soluzioni migliori per la sua ambliopia. Abbiamo ricevuto una copia della cartella clinica del suo specialista che diceva quanto segue:

Diagnosi: ambliopia refrattiva
(Nota dello specialista del paziente) "Ho avuto una lunga discussione sulla realizzazione della visione sempre sub-ottimale nell'occhio destro e l'opportunità di svanire per migliorare la visione. Discusso della profondità di percezione ridotta e delle sue implicazioni per l'occupazione / militare, ecc. La mamma sta facendo il meglio che può e riconosce tutti i punti. Oggi la visione discusso è inattiva, si ricomincia a rattoppare 4-6 ore al giorno e si portano gli occhiali a tempo pieno ".

Quindi la grande domanda è: perché sono così tanti gli specialisti della visione che diagnosticano ai loro pazienti ambliopia, e prescrivono un trattamento (tappino) che esiste da oltre 300 anni, anche quando sono disponibili nuovi trattamenti più avanzati?

Una delle spiegazioni è che, come in molte situazioni che comportano cambiamenti nell'assistenza sanitaria, gli specialisti sanitari possono rimanere ancorati a metodi che gli sono stati insegnati a meno che nuove informazioni siano rese disponibili pubblicate su riviste mediche e basate su ricerche.

Quindi,  per aiutare oftalmologi e optometristi ad avere una migliore comprensione di ciò che è l'attuale trattamento per i pazienti affetti da ambliopia, è stato appena pubblicato nell'ultima edizione (agosto 2018) di Advances in Ophthalmology and Optometry: "Rieducazione Visiva e applicazione della Realtà Virtuale". Questo articolo è stato scritto, in collaborazione tra i dottori Alyssa Bartolini, Brian Dornbos, Tuan Tran e il sottoscritto, per fornire una estesa revisione della rieducazione visiva inclusa l'applicazioni della realtà virtuale per i pazienti con problemi di visione binoculare.



I bambini non dovranno più sopportare l'applicazione di bendaggio, con tutti i problemi che ne derivano, perché ora i pazienti con ambliopia possono ottenere risultati migliori, compreso lo sviluppo della percezione della profondità, migliori movimenti oculari, lettura fluente, coordinazione occhio-mano e capacità percettive visive oltre ad un miglioramento dell'acuità visiva...i trattamenti non sono limitati dall'età.

I pazienti adesso dovrebbero essere informati dai loro professionisti della visione che i progressi nella rieducazione visiva, comprese le applicazioni di realtà virtuale, stanno aiutando a fornire risultati migliori che vanno ben oltre la tecnica del bendaggio.

Dan L. Fortenbacher, O.D., FCOVD

Articolo originale

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

lunedì 10 dicembre 2018

POSIZIONE DELLA TESTA IN AVANTI E MODIFICHE MUSCOLARI













Mantenere la testa in avanti rispetto all'inclinazione della colonna può modificare non solo i movimenti ma anche la struttura stessa dei muscoli del collo. Inoltre, essendoci uno stretto legame, sia a livello di innervazione che di coordinamento, con i muscoli degli occhi anche questi risentono di un'influenza negativa.

Nella figura a seguire vediamo anche la differeza di peso che deve subire la nostra colonna, a seconda della posizione.










La ricerca svolta alla Shahid Beheshti University of Medical Sciences di Tehran (Iran) analizza questi cambiamenti e influenze.


















POSTURA DELLA TESTA IN AVANTI E MODIFICHE MUSCOLARI MORFOLOGICHE
 2017 May - Jun;21(3):206-211. doi: 10.1016/j.bjpt.2017.04.003. Epub 2017 Apr 19.

La postura o posizione della testa in avanti (FHP) è definita come una proiezione in avanti della testa rispetto al tronco, nel piano sagittale. Questa è una delle posture più diffuse nei pazienti con disturbi del collo.

MODIFICAZIONI BIOMECCANICHE
Le modifiche biomeccaniche da questa posizione viziata della testa inducono un extra torsione e una contrazione permanente dei muscoli cervicali dorsali. Questi cambiamenti biomeccanici possono provocare cambiamenti di spessore nei muscoli cervicali e alterare la loro funzione.

SCOPO
Lo scopo del presente studio era di chiarire se ci sia una significativa differenza in termini di spessore del muscolo sternocleidomastoideo (SCM: si tratta del muscolo antero-laterale del collo) tra donne con e senza FHP.












STUDIO
Settanta donne asintomatiche, di età compresa tra 20 e 40 anni valutate in postura e con test di immagini a ultrasuoni

RISULTATI
Il maggiore spessore del muscolo sternocleidomastoideo può essere attribuito al disuso dei muscoli profondi del flessore cervicale (DCF), al predominio dei flessori del collo superficiale (come il muscolo sternocleidomastoideo ) nei movimenti di flessione del collo.

CONLCUSIONE
I risultati del presente studio hanno mostrato una differenza significativa nello spessore del muscolo sternocleidomastoideo tra le donne con e senza posizione viziata in avanti della testa. Questa differenza può essere il risultato di un'attività insufficiente dei muscoli del flessore cervicale, contrazione tonica dello sternocleidomastoideo, accorciamento muscolare o infiltrazione grassa di questo muscolo.

CLINICA
Lo spostamento della testa in avanti è da ricondurre a una molteplicità di fattori, nella relazione fra VISIONE e POSTURA.

La stessa modifica l'efficienza dei movimenti oculari. La regolazione e precisione dei movimenti saccadici (es. lettura e scansione degli oggetti) è anche modulata e modulabile dai muscoli del collo e nello specifico caso dal trapezio anch'esso coinvolto nel FHP.

Inoltre disfunzioni a livello del rachide cervicale e del cingolo scapolare, portano a difficoltà nell'espressione dei movimenti oculari!
ANCORA UNA VOLTA COLLO E OCCHI SONO LEGATI. Sempre fondamentale un approccio multidisciplinare!

Titolo articolo originale: "Comparison of cervical muscle thickness between asymptomatic women with and without forward head posture." Link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28465132

Grazie al Dott. Luca Giannelli per l'articolo che ho riportato
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10215177222297082&set=a.10201842528978083&type=3&theater

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia) 

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

giovedì 25 ottobre 2018

JET PROGRAM E AULO OPTOMETRY

















Jet Program, di cui Aulo Optometry è attualmente unico partner in Toscana, è un progetto a livello nazionale che riunisce un gruppo multidisciplinare di professionisti, diretto dal dott. Maurizio Giannelli, impegnati nel settore dell'allenamento per l'incremento dell'efficienza del sistema visivo, posturale e motorio.

Il gruppo multidisciplinare opera una preparazione continua sulle scienze della visione con particolare riferimento alle correlazioni che queste hanno con le discipline che si occupano del sistema muscolo scheletrico (osteopatia, fisioterapia, ortopedia, ecc.), del sistema stomatognatico (odontoiatria, logopedia, otorinlaringoiatria, ecc.), il sistema neuropsichico e neuromotorio (neuropsichiatria, neurologia, ecc.) e con le discipline della riabilitazione.

La nostra attività professionale di analisi ed allenamento della funzione visiva, integrata con le abilità motorie, linguistiche e mentali si avvale di protocolli differenziati per le varie occupazioni, e di esercizi dei quali si documentano le finalità e i risultati.

La preparazione e l'applicazione di protocolli di testing e allenamento, che dobbiamo scrupolosamente rispettare, ci permette un confronto continuo e la raccolta di grandi quantità di dati statistici prodotti in attività accademiche sul territorio nazionale.

  










COSA VUOL DIRE ALLENARE IL SISTEMA VISIVO?
Da decenni abbiamo acquisito la consapevolezza che il nostro sistema visivo interviene e media il nostro rapporto con il mondo esterno. In particolare ci consente di assumere informazioni sulla base delle quali produciamo comportamenti di risposta con il movimento, con il linguaggio e con la nostra postura. Al tempo stesso la visione è fortemente correlata con la nostra postura e l'equilibrio e contribuisce in modo importante alla loro stabilizzazione assicurando la nostra posizione eretta e non facendoci perdere l'equilibrio neanche muovendoci.

Ovviamente a noi sembra tutto naturale e semplice. Di certo è un evento naturale ma sicuramente non è un fenomeno semplice e la comparsa di disfunzioni mostra come l'integrazione visivo posturale sia soggetta a notevoli interferenze.

L'allenamento di questa integrazione può eliminare i disagi e potenziare la funzionalità del sistema. Vediamo quindi dove possiamo intervenire per recuperare una funzionalità deficitaria o potenziare una abilità già presente.

Ginnastica Visiva (Visual Training) Vedere bene non significa avere una buona acutezza visiva. Vedere è un complesso insieme di attività di messa a fuoco, movimenti oculari coordinati, sovrapposizione delle immagini provenienti da occhi posti a distanza fra loro, ecc.
Il malfunzionamento di queste attività o semplicemente la mancanza di coordinamento possono provocare affaticamento visivo, mal di testa, sonnolenza durante la lettura o alla guida serale, difficoltà di concentrazione ed altri fastidi che spesso non colleghiamo al sistema visivo.

Postura ed equilibrio in posizione eretta appartengono ad un complesso sistema funzionale formato dalla visione, dal sistema vestibolare e dalle informazioni che arrivano dagli arti inferiori. Lo scopo di questo sistema è di assicurare il miglior equilibrio sia in condizione statica che dinamica. Talvolta però un'alterazione può generare una disfunzione nell'assetto posturale e di conseguenza nel gesto motorio.













Sport Vision. Normali capacità del sistema visivo potrebbero risultare non sufficienti per le prestazioni richieste nel gesto sportivo. Durante lo sport vengono richieste performance visive di altissimo livello anche perchè la visione ha una ruolo preponderante nel coordinare i movimenti del corpo. Per ottenere una buona performance sportiva è necessario avere una efficienza visiva ottimale e questo obiettivo si raggiunge con il training visivo JET Program.

Apprendimento. Nell'ampio settore dell'apprendimento troviamo situazioni disfunzionali come Reading Disfunction (Disfunzoni di Lettura), ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività), DSA (Disturbo Specifico di Apprendimento) e Dislessia. La funzione visiva, mediante la collaborazione dei due occhi durante migliaia di movimenti oculari nella lettura, può alterare il processo di apprendimento anche se l'acutezza visiva fosse assolutamente normale.

L'educazione ad un utilizzo appropriato della visione e un potenziamento dell'efficenza visiva integrandola con l'udito, il ritmo e la direzionalità, consentono una lettura più facile, fluida e corretta. Senza esercitare alcuna riabilitazione bensì un allenamento di funzioni elementari, il training visivo potenziato da JET Program interviene positivamente sui prerecuisiti della letto-scrittura.

Manager e Aziende. Come nello sport anche nel lavoro spesso sono richieste competenze di elaborazione, memorizzazione, concentrazione e gestione delle attività ad alti livelli che possono superare le capacità a propria disposizione. Performare a buoni livelli e ridurre o eliminare disagi dovuti alla concentrazione visiva prolungata, possono trovare grande beneficio nel training visivo.










Senilità. Sempre più persone in età avanzata si impegnano in attività sportive, in nuove sfide di apprendimento o si dedicano ad attività al computer. Piccole disfunzioni, legate a questo periodo della vità, possono complicare le cose nonostante l'entusiasmo ed il desiderio di fare. Equilibrio, memoria, concentrazione sono tutte funzioni che possono essere allenate e potenziate. JET Program migliora rapidamente queste abilità in  modo semplice e divertente.

Concludendo possiamo affermare che, con strumenti e conoscenze adeguate, il professionista della visione può preparare programmi di allenamento e potenziamento visuo-percettivo per le molte attività e professioni. Il singolo individuo può così raggiungere livelli di efficienza ottimali.

Rimango a completa disposizione per chi volesse chiarimenti o approfondimenti sul tema.

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.


mercoledì 26 settembre 2018

INFIAMMAZIONE DA RISCHIO TRAPIANTO DI CORNEA PER I PORTATORI DI LENTI A CONTATTO


La bruttissima foto che apre questo articolo vuole soltanto mostrare ai portatori di lenti a contatto incauti cosa può succedere alle proprie cornee. Infatti qualche giorno fa la CNN ha pubblicato uno studio che evidenzia come negli ultimi anni siano aumentati, in modo preoccupante, i casi di infezione della cornea (cheratite) dovuta al microorganismo Acanthamoeba.

ARTICOLO ORIGINALE CNN
https://edition.cnn.com/2018/09/21/health/contact-lenses-eye-infection-outbreak-uk-intl/index.html

La CNN cita una ricerca della University College London dove le statistiche indicano un numero triplicato di casi dal 2011 al 2014, nel sud dell'Inghilterra. L'infezione colpisce principalmente i portatori di lenti a contatto (85% dei casi) e deriva da una mancanza di igiene sia per le mani che nel lavaggio delle lenti stesse e dei loro contenitori.

Il microorganismo Acanthamoeba

 L'infezione da Acanthamoeba è abbastanza rara ma quando si verifica ha degli effetti devastanti, per un lungo periodo, sulla vita del paziente. Nel 70% dei casi la cura dura meno di 12 mesi mentre nel restante 30% è necessario più di un anno di trattamento. Nei portatori di lenti a contatto i casi più complicati richiedono una cura intorno ai 10 mesi con visite di controllo durante 38 mesi. Nei casi più gravi si registra una perdita permanente di visione fino al 75% ed un quarto di questi richiede un trapianto di cornea

In uno studio separato si è evidenziato come nei portatori di lenti a contatto il rischio di infezione si triplica a causa di una cattiva igiene. Le mani non vengono sempre adeguatamente lavate ed asciutte.

ARTICOLO ORIGINALE UNIVERSITY COLLEGE LONDON
https://www.ucl.ac.uk/news/news-articles/0918/210918-eye-infection-outbreak


La Acanthamoeba si trova solitamente nel terreno e nell'acqua, ad esempio in acqua calda e fredda, piscine, vasche idromassaggio e acqua di mare. In particolare alcuni comportamenti aumentano il rischio di infezione:
  • L'uso di acqua del rubinetto per pulire o conservare le lenti a contatto.
  • Avere una scarsa igiene delle lenti a contatto.
  • Uso scorretto delle soluzioni di disinfezione delle lenti.
  • Riutilizzo della soluzione di conservazione.
  • Non svuotare e asciugare completamente il contenitore delle lenti a contatto dopo l'uso. 
  • Conservare le lenti in acqua durante la notte.
  • Indossare lenti a contatto durante il nuoto o fare la doccia con queste. 
  • Maneggiare le lenti a contatto con le mani bagnate dall'acqua del rubinetto.

Quindi una buona prevenzione può essere fatta:
  • Assicurandosi di aver lavato e asciugato bene le mani prima di toccare le lenti. 
  • Togliere le lenti prima di dormire.
  • Non indossare le lenti a contatto facendo il bagno (vasca o doccia), o quando andando a nuotare in piscina o al mare.
Le lenti a contatto sono uno strumento molto utile ma vanno usate seguendo scrupolosamente le indicazioni dello specialista. 

ARTICOLO ORIGINALE THE EYE RESEARCH CHARITY
https://www.fightforsight.org.uk/about-the-eye/a-z-eye-conditions/acanthamoeba-keratitis/ 


Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

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martedì 25 settembre 2018

COME USARE LA LACRIMA ARTIFICIALE


La lacrima artificiale non è un farmaco ma una sostanza che aumenta la resistenza della nostra lacrima all'evaporazione. La sostanza più efficace, e presente nel nostro corpo, è l'Acido Ialuronico. Al contrario colliri come quelli alla camomilla, alle erbe, ecc. peggiorano la situazione di seccheza oculare (vedi http://aulo-optometry.blogspot.com/2017/06/la-lacrimazione-puo-essere-segno-di.html).

Ma vediamo come si instilla una lacrima artificiale a differenza di un farmaco. Normalmente i colliri prescritti per curare delle malattie vengono instillati separando la palpebra inferiore dall'occhio e lasciando cadere il collirio in quello spazio.










 

Nel caso di lacrima artificiale in forma di collirio dovremo ottimizzare l'uso idratando solo la parte dell'occhio scoperta ed evitare l'effetto "caduta" della goccia che porta inevitabilmente a chiudere le palpebre, con una reazione involontaria e veloce. Questo provocherà l'espulsione della maggior parte del collirio. Vediamo quindi come fare (uno specchio vi faciliterà le cose):

inclinate leggermente la testa su un lato

 

Appoggiate il beccuccio del flaconcino nell'angolo formato fra la palpebra superiore e quella inferiore.



Premete leggermente il flaconcino fino a sentire il collirio che si spande sull'occhio. Ripete l'operazione sull'altro occhio inclinando la testa dalla parte opposta.



In questo modo sfrutterete al massimo le proprietà del collirio: userete solo la quantità necessaria solo nella parte esposta.

Nel caso di lacrima artificiale in forma di GEL seguirete invece il seguente metodo:
con la mano che non tiene il GEL staccate la palpebra dall'occhio, con una leggera trazione verso il basso.


Spandete, all'interno della palpebra, 3-4mm di GEL.


Lasciate la palpebra e sbattete un po

Quello che uscirà, nel caso abbiate usato troppo gel, lo potrete togliere con un fazzolettino tamponando leggermente le palpebre.

Naturalmente il gel essendo così denso, se usato prima di un'attività visiva, richiederà qualche minuto per recuperare una visione chiara. Ma sempre per la stessa densità garantirà una protezione più prolungata.

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

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lunedì 3 settembre 2018

FINO A CHE ETA' SI PUO TRATTARE L'OCCHIO PIGRO? E COME?

Occlusione (tappino) per piccoli e adulti? 


Molti studi, fra i quali quello di Polat (Polat, U., Ma-Naim, T., Belkin, M., & Sagi, D. 2004) hanno dimostrato da tempo che stimolazioni visuo-percettive riescono a migliorare la funzionalità del sistema visivo anche in età adulta. Inoltre nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia ci permettono la preparazione di esercizi sempre più personalizzati e la possibilità di parametrizzare i risultati in modo chiaro e semplice da valutare.


Vedere non è soltanto ricomporre, come in un mosaico, le immagini che entrano nell'occhio dentro al cervello. Si tratta di un processo complesso che coinvolge molte delle attività del nostro sistema nervoso. Attività di codifica, di memorizzazione, di coordinamento motorio, usando la vista per mantenre l'equilibrio, muovere il nostro corpo in base a quello che vogliamo fare, ecc.

E' proprio grazie all'integrazione di questi stimoli che l'Allenamento Visivo (Visual Training) ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Ed è quello che facciamo con tecniche di apprendimento percettivo ed organizzazione visuo-motoria. Ma l'allenamento degli adulti è solo l'inizio di una nuova prospettiva che amplia i propri confini anche verso i bambini. Lo studio nasce infatti su bambini dove non era stato possibile usare l'occlusione (tappino) o dove questa non aveva dato risultati.

Il vostro bambino non sopporta il tappino, per il suo occhio pigro? O dopo averlo portato per anni i risultati non sono quelli sperati?


Polat, qualche anno dopo (Uri Polat, Tova Ma-Naim, Abraham Spierer 2009), pubblica un articolo dove espone i risultati della sua ricerca indirizzata ad applicare le stesse tecniche nate per gli adulti a bambini nei quali non era stata posibile l'applicazione dell'occlusione (tappino) o dove nonostante l'uso i risultati non erano quelli sperati.

Ovvimente non tutte le riduzioni di visione (ambliopia) sono uguali ed hanno le stesse possibilità di recupero. Strabismo, astigmatismo elevato, miopia elevata e ipermetropia elevata hanno risposte diverse alla ginnastica visiva ma rimane il fatto che una stimolazione diversa dalle tradizionali, potenzia enormemente l'effetto rieducativo. 

Spiega Polat che alla base del trattamento c'è stato l'uso di videogiochi che riescono a mantenere a lungo una forte attenzione da parte dei bambini ed è richiesta un'intensa attività visuo-motoria. Nei risultati si è registrato non solo un miglioramento dell'acuità visiva ma anche un importante incremento della sensibilità al contrasto. Quest'ultimo dato indica non solo il miglioramento del riconoscimento delle lettere ad alto contrasto (come avviene nei normali controlli visivi) ma anche di un aumento della sensibilità nella visione a basso contrasto che rappresenta una condizione più reale.


La sensibilità al contrasto è un esame migliore per valutare il funzionamento nel mondo reale rispetto all'acuità visiva ad alto contrasto. La mancata verifica della sensibilità al contrasto può lasciare un paziente con un'acuità visiva solo moderata, con una perdita di questa di fronte a problemi visivi quotidiani non riconosciuti, nel mondo reale, che è sicuramente a basso contrasto.

Polat ritiene, in concordanza con altri studi (Huang et al., 2008; Polat, 2008; Polat et al., 2004; Zhou et al., 2006), che l'efficacia del trattamento, con risvolti anche a livello binoculare, dipenda dal fatto che si tratta di attività molto dinamiche mentre il trattamentocon l'occlusione rimane statico.

Lo svantaggio, invece, di questa tecnica di trattamento è che richiede una partecipazione attiva del bambino ed una capacità di concentrazione, seppur minima. Oltre a questo anche il tempo richiesto di attività in studio può risultare problematico, per i sempre maggiori impegni a cui sono sottoposti i bambini oggi.


Ma come dicevo la tecnologia ci viene in aiuto. Oggi abbiamo a disposizione piattaforme in internet che ci permettono di preparare esercizi che verranno eseguiti comodamente a casa con un semplice computer collegato alla rete.

Per concludere quindi possiamo tranquillamente affermare che il fattore età da solo non può determinare la possibilità o no di recupero di migliori funzioni visive. E' fondamentale verificare con una completa analisi visiva le condizioni del sistema visivo e le potenzialità di reupero grazie ad un programma personalizzato. Tutto ciò non sostituisce ma integra il trattamento medico-oculistico ed ortottico nel caso siano necessari.

Bibliografia
- Huang, C. B., Zhou, Y., & Lu, Z. L. (2008). Broad bandwidth of perceptual learning in the visual system of adults with anisometropic amblyopia. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 105(10), 4068–4073.
- Polat U., Ma-Naim T., Belkin M., & Sagi D. (2004). Improving vision in adult amblyopia by perceptual learning. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 101(17), 6692–6697.
- Polat, U. (2008). Restoration of underdeveloped cortical functions: Evidence from treatm
- Uri Polat, Tova Ma-Naim, Abraham Spierer (2009) Treatment of children with amblyopia by perceptual learning. Goldschleger Eye Research Institute, Tel-Aviv University, Sheba Medical Center, 52621 Tel Hashomer, Israel. Vision Research 49 (2009) 2599–2603. 
- Zhou, Y., Huang, C., Xu, P., Tao, L., Qiu, Z., Li, X., et al. (2006). Perceptual learning improves contrast sensitivity and visual acuity in adults with anisometropic amblyopia. Vision Research, 46(5), 739–750. 

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia) 

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domenica 26 agosto 2018

LA AOP LANCIA LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE VISIVA DEI BAMBINI

L'Associazione degli Optometristi britannici (AOP) lancia la campagna di prevenzione visiva dei bambini...e noi dovremmo prendere esempio!












Vi propongo un'articolo che ha già segnalato la pagina ANSA, anche se con qualche piccolo errore di traduzione. Lo propongo per intero e tradotto bene, in modo da evitare fraintesi. 

Si parla infatti, nella nota ANSA, di prevenzione "per trovare eventuali patologie che sono curabili molto più facilmente con una diagnosi precoce". In realtà, come vedremo più avanti, non si fa mai riferimento a malattie dell'occhio ma a "determinate condizioni" sottintendendo problemi visivi che non sono riconducibili a malattie ma a mal funzionamento del sistema visivo. Non si parlerà quindi né di malattie né di cura ma di recupero della funzione visiva.

AOP promuove la campagna per la visione dei bambini

La Campagna A B See dell'Associazione vuol mettere in evidenza l'importanza di un controllo del sistema visivo per aiutare i bambini a raggiungere il loro potenziale.

 










Per aumentare la consapevolezza dell'importanza della visione nella crescita di un bambino, l'AOP ha lanciato la sua Campagna A B See, studiata per aiutare i bambini a raggiungere il loro pieno potenziale.

Come parte della campagna, l'AOP raccomanda ai genitori di sottoporre i loro bambini a ad un controllo della vista, presso i loro optometristi del posto, ogni due anni, o più spesso se l'optometrista lo consiglia.

A sostegno della campagna, l'AOP ha pubblicato dati che dimostrano che più della metà (52%) dei genitori con figli in età scolare pensa che il bambino verrà sottoposto ad un esame completo della vista durante la scuola elementare.

L'AOP ha evidenziato che i controlli della vista non vengono eseguiti di prassi nelle scuole di tutto il Regno Unito, il che potrebbe significare che i bambini soffrono di condizioni agli occhi non evidenziate, nonostante ci sia una "finestra di tempo" per il trattamento di determinate condizioni. Inoltre, secondo la ricerca, quasi un quarto (24%) dei bambini dai quattro ai sedici anni non è mai stato portato dai genitori ad un controllo visivo.

Il sondaggio ha anche scoperto che il costo della visita può essere una delle cause, con un genitore su 10 che crede di dover pagare la visita per bambini di età inferiore ai 16 anni. Tuttavia, l'83%  dei genitori ha dichiarato che sarebbe più propenso a prenotare una visita visiva, per il proprio figlio, sapendo che è finanziato dal National Health Service (servizio sanitario nazionale).

L'AOP ha anche condiviso i risultati del sondaggio Voice of Optometry, che ha raccolto le opinioni dei professionisti ed ha rilevato che quasi tre quarti (74%) degli optometristi praticanti ha visitato nell'ultimo anno bambini che avevano problemi di vista che avrebbero potuto essere trattati con maggiore successo se fossero stati diagnosticati in età precoce.

Farah Topia, consigliera clinica per Optometrist e AOP, ha affermato che la ricerca dimostra che esiste "un enorme divario tra ciò che la maggior parte dei genitori pensa sia fornito a scuola e l'assistenza oftalmologica che i bambini ricevono effettivamente, attraverso i controlli della vista".

Topia ha spiegato: "Molti genitori non si rendono conto che esiste una periodo di maggior opportunità per il trattamento di determinate condizioni degli occhi, motivo per cui molti optometristi ricevono i bambini, nei propri studi, con una condizione che avrebbe potuto essere trattata in modo molto più efficace se fossero stati visti in precedenza.

"È importante ricordare che condizioni come l'ambliopia o "occhio pigro", come è spesso noto, possono avere un impatto negativo sullo sviluppo sociale e accademico, così come sulle possibilità di carriera più avanti nella vita. Questo è il motivo per cui l'AOP sta incoraggiando i genitori a portare i loro figli ad un controllo visivo, che è finanziato dal NHS per i minori di 16 anni, poiché è il modo migliore per assicurarsi che eventuali disturbi vengano evidenziati e trattati precocemente".

La signora Topia ha sottolineato: "Come regola generale, è bene che i bambini abbiano il loro primo controllo visivo intorno ai tre anni, ma i bambini possono essere controllati anche prima, se si sospetta un problema."

La ricerca pubblica è stata condotta da Mortar London per conto dell'AOP. Il sondaggio online ha avuto 1204 intervistati provenienti da tutto il Regno Unito.

Articolo originale
https://www.aop.org.uk/ot/professional-support/aop/2018/08/22/aop-launches-childrens-vision-campaign

Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

venerdì 3 agosto 2018

TRATTAMENTI DELL'OCCHIO PIGRO SECONDO IL PROF. FROSINI

TRATTAMENTI DELL'OCCHIO PIGRO SECONDO IL PROF. FROSINI










Nel suo libro "Diagnosi e Trattamento dello Strabismo e delle anomalie oculomotorie" il Prof. Riccardo Frosini eminenza, a livello toscano e nazionale, sulla visione binoculare dice testualmente, riguardo i trattamenti dell'occhio pigro:

"Come abbiamo visto più ampiamente nella parte dedicata specificatamente al trattamento dell’ambliopia, tutte le metodiche in uso tendono a interferire con la visione dell’occhio fissante a vantaggio della presa della fissazione da parte dell’occhio che non fissa spontaneamente. Esse possono essere classificate in ordine crescente di interferenza con la visione dell’occhio migliore e, a nostro avviso, è in quest’ordine che vanno impiegate nella primissima infanzia, quando ancora sussiste il rischio di indurre una ambliopia iatrogena nell’occhio migliore. Consigliamo di passare ad un trattamento più pesante solo quando il trattamento più blando non ottiene l’effetto desiderato.

I metodi attualmente impiegati nella primissima infanzia sono, in ordine crescente:
- L’atropinizzazione (atropina coll. 0,5% al mattino)
- I settori binasali (settore più ampio sull’occhio fissante)
- I filtri di tipo Bangerter (graduati) o di tipo lucarne di Berrondo (non graduati)
- L’occlusione (diretta, inversa, mista, temporanea, ecc.)

Nei bambini più grandi possiamo aggiungere:
- L’ipercorrezione leggera
- La penalizzazione (per lontano, per vicino, totale, ecc.)

Anche in caso di chiara alternanza spontanea è opportuno cautelarsi contro il sempre possibile rischio che, con l’andar del tempo, un occhio predomini sull’altro e si instauri una ambliopia.
Il metodo che secondo la nostra esperienza, ha dato i migliori risultati è l’impiego dei settori binasali simmetrici sulla correzione ottica schiascopica
."











Foto 1. Sulla lente destra il filtro Bangerter riduce la qualità visiva. In questo caso Dietro il filtro troveremmo l'occhio migliore e dietro la lente trasparente l'occhio pigro.

Vediamo allora di chiarire alcuni punti:
- l'atropinizzazione è l'uso di un collirio che, bloccando la messa a fuoco dell'occhio, di fatto ne esclude l'uso a vantaggio dell'occhio pigro da recuperare. Il farmaco, l'atropina, ha comunque forti controindicazioni e possibili effetti collaterali.
- i settori binasali sono dei semplici settori opachi che posizionati nella parte centrale dell'occhiale permettono l'uso dei due occhi solo quando sono diritti. Se non lo sono comunque garaniscono una stimolazione dei due occhi simultaneamente nella parte perifierica e alternata nella parte centrale. Questo permette di mantenere l'idea dell'uso dei due occhi insieme, a livello del cervello, e faciliterà in seguito la reintegrazine dei due occhi nella visione bnoculare (foto 2).
- i filtri Bangerter sono delle lenti di gomma da attaccare alle lenti degli occhiali che riducono la visione dell'occhio migliore fino a portarla allo stesso livello o meno dell'occhio pigro, per stimolare quest'ultimo (foto 1).
- l'occlusione, che nel libro viene descritta come la tecnica più frequentemente usata, è quella che infatti tutti conoscono e cioè il tappino che chiude l'occhio migliore per stimolare quello pigro. Questa tecnica ha una risposta immediata delle migliori sul recupero dell'occhio pigro ma presenta allo stesso tempo un effetto collaterale dei peggiori. Il cervello si abituerà ad usare un occhio per volta e quindi, anche in caso di recupero completo della visione, nel momento della riapertura di entrambi gli occhi insieme il cervello continuerà ad usarne uno solo e generalmente quello che è sempre stato il migliore. Nel tempo quindi l'occhio pigro perderà di nuovo la sua funzionalità e difficilmente potremo sviluppare una visione stereo buona.
Un altro effetto avverso che cita Frosini è anche la possibilità di svuiluppare un'ambliopia (occhio pigro) nell'occhio che era migliore ma che passerà molto tempo tappato e quindi inattivo.











Foto 2. Raffigurato un esempio di occlusione a settori binasali, anche se momentanea, per valutarne la risposta del bambino, che permette di mantenere gli occhi entrambi funzionanti. Il bambino nello sguardo a destra sfrutterà l'occhio destro e nello sguardo a sinistra sfrutterà l'occhio sinistro. Guardando davanti a se avrà lo stimolo ad usare entrambi insieme superando i due settori. 

Per concludere voglio citare la mia esperienza di più di dieci anni di collaborazione con il Prof. J. Bernard Weiss, oftalmologo strabologo e scienziato della visione binoculare di fama mondiale, durante la quale abbiamo registrato gli stessi dati che il Prof. Frosini dichiara nel suo libro. La tecnica più proficua per il recupero dell'ambliopia è quella dei settori binasali.

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo. 

L'ALLENAMENTO VISIVO MIGLIORA LE CAPACITA' VISIVE DEI DSA

Lo studio, che voglio proporvi (Efficacy of vision therapy in children with learning disability and associated binocular vision anomalies, Jameel Rizwana Hussaindeen, et al.), ha lo scopo di verificare la frequenza di anomalie della Visione Binoculare (VB) in giovani con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), e valutare l'efficacia dell'Allenamento Visivo (AV) in ragazzi con alterazioni della visione binoculare non strabiche. Lo studio è stato svolto in un centro per problemi di apprendimento. Una completa analisi visiva ha evidenziato anomalie della visione binoculare, presenza di rigidità accomodativa, insufficienza di convergenza.


Dopo allenamento visivo nei soggetti è stato riscontrato un miglioramento significativo in tutti i parametri. I ragazzi con DSA presentano un'elevata frequenza di anomalie della visione binoculare e in loro l'Allenamento Visivo gioca una parte importante per il miglioramento di questi parametri. Sarà importante controllare i bambini con DSA in relazione a queste anomalie visive che potrebbero essere un ostacolo aggiunto alla difficoltà di lettura in questa popolazione speciale.


Considerando che la lettura rappresenta la principale attività collegata all'apprendimento, avere problemi visivi complica in modo rilevante la situazione generale. E allo stesso modo è imperativo avere gli strumenti, e il professionista giusto, per riconoscere queste alterazioni e poter intervenire in modo adeguato.
Per approfondimenti e chiarimenti sul tema Allenamento Visivo o Visual Training sono a vostra disposizione attraverso la email ieri.luca@gmail.com




Luca Ieri
Optometry Doctor - State University of Latvia
Esperto in tecniche visuo-posturali
Membro AID (Associazione Italiana Dislessia)

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

venerdì 27 luglio 2018

PERCHE' GLI OCCHIALI MULTIFOCALI, O PROGRESSIVI, POSSONO CREARE PROBLEMI!



Le lenti multifocali, o progressive, fin dalla loro comparsa hanno suscitato molte perplessità per le sensazioni che provocano, e talvolta i problemi incontrati specialmente nei primi giorni di uso.
Ma
quali sono realmente i problemi e quali semplicemente errori di progettazione e scelta da parte di chi li prescrizione e chi li esegue?

Vediamo prima di tutto le caratteristiche generali di queste lenti molto particolari che, in qualche modo, ci riportano a quella condizione normale di visione nitida a qualsiasi distanza.

OCCHIALI MULTIFOCALI
Le lenti multifocali, o progressive, sono lenti che pur restituendoci una funzione visiva simile a quella naturale, presentano molti compromessi. Le zone visive a disposizione sono ridotte specialmente nella zona di visione intermedia (tipo computer) e da vicino, e in particolare quando la correzione aumenta nel tempo.

Questo disegno ci mostra in azzurro la zona visibile e dal giallo al rosso le zone di distorsione che non ci permettono una visione adeguata. Si tratta della stessa lente con una piccola differenza nella zona da vicino di solo 0,50 diottrie (l'unità di misura con cui si indica la potenza della lente).

Da qui possiamo trarre delle indicazioni importanti da tenere in considerazione nella scelta di queste lenti:
- la zona intermedia è sempre abbastanza stretta e limita la visione in senso orizzontale, cosa che richiederà un maggior movimento della testa rispetto all'abituale, alla ricerca della zona di visione nitida.
- per passare dalla zona alta del lontano a quella bassa del vicino sarà necessario invece mantenere la testa ferma e far correre gli occhi lungo la lente, in verticale, per trovare il fuoco necessario.
- maggiore sarà la grandezza dell'occhiale, maggiori saranno le distorsioni presenti nella lente, e quindi i possibili disturbi di adattamento.
- il fatto di aver già portato lenti multifocali, nel momento si cambi la correzione, non ci pone al riparo da nuovi problemi.

E' comunque innegabile che queste lenti, al di là dei compromessi e le limitazioni, nella vita quotidiana rappresentano un sistema che risolve molti problemi nella funzione visiva. Basta pensare a quante volte durante il giorno, ognuno di noi, passa da una visione da lontano ad una da vicino e viceversa, avendo quindi la necessità di una messa a fuoco diversa.

COME E QUANDO SCEGLIERE LENTI MULTIFOCALI
Queste lenti, come già detto, rapresentano in generale una soluzione molto interessante ma non per tutti. Il primo aspetto importante che l'ottico deve analizzare con il proprio cliente è se si tratta della tecnologia giusta per la persona e il suo stile di vita. E' quindi fondamentale chiedere come la persona usa gli occhi durante il giorno, che lavoro svolge, che hobby pratica, ecc.


Facciamo degli esempi per capire di cosa stiamo parlando:
- un impegato che lavora tutto il giorno al computer, torna a casa, cena e guarda un po di TV prima di andare a dormire, probabilmente non richiede nella sua vita molti salti di visione da lontano a vicino e sicuramente nel lavoro a mezza distanza (computer) il multifocale risulterà scomodo. Sempre che il lavoro al computer non richieda, anche solo occasionalmente, di interloquire con altri impiegati o spostarsi dalla propria postazione..
- un commerciante che nel suo lavoro cambia la sua visione da lontano quando entra il cliente, visione intermedia quando questo si avvicina e si analizza un eventuale articolo, quindi passa alla visione da vicino per la lettura di indicazioni sull'articolo da vendere, sarà probabilmente il soggetto perfetto per un occhiale multifocale.
- un insegnante che salta costantemente da una visione da lontano ad una da vicino, per esempio nei propri appunti o nel registro degli studenti, allo stesso modo troverà grande vantaggio nell'uso di queste lenti.
- un magazziniere, se pur lavorando oggi molto tempo a terminali e computer, avrà l'esigenza probabilmente di spostarsi e  guardare da lontano. Questo lo rende un soggetto adatto alle mutlifocali. Questo sempre che come magazziniere non si occupi soltanto della registrazione e gestione degli articoli.

In conclusione non possiamo  catalogare le persone per la professione che hanno ma per quello che fanno in pratica. E' importante questo confronto fra ottico e cliente per arrivare a definire, come abbiamo detto, come vengono usati gli occhi durante la propria vita.


CI SONO LENTI E LENTI
Un altro aspetto che spesso non è noto è che non esiste una lente multifocale ma c'è una produzione di vari tipi che si differenziano per privilegiare un'attività rispetto all'altra come il lontano e vicino o la visione intermedia. Lenti più moderne, dove la tecnologia migliora le questioni inerenti a distorsioni e aberazioni, e lenti ormai superate che magari vengono vendute con grandi sconti.

Le innovazioni, in queste lenti, riguardano generalmente la ricerca di un campo di visione ottimale sempre più ampio. Spesso però aumentando le zone di lontano e vicino si ha una penalizzazione della visione intermedia, preziosa per alcune attività visive. Si conferma, nella scelta del tipo di lente, l'importanza dello scambio di informazioni tecniche e di stile di vita fra ottico e cliente.

LA CONSEGNA DELL'OCCHIALE E COME INIZIARE A PORTARLO
L'occhiale multifocale rappresenta sempre un cambio di abitudini importante. Nonostante l'avanzare della tecnologia ci stia regalando lenti sempre meno fastidiose nel primo impatto, prepariamoci al peggio per viverlo al meglio!

L'ottico preparato vi consegnerà l'occhiale da seduti e possibilmente in ambiente con bassa illuminazione. Il campo periferico dell'occhio è parte integrante del sistema di equilibrio e postura e specialmente in soggetti che soffrono di cinetosi (mal d'auto, mal di mare o mal d'aereo) gli effetti distorsivi potranno creare un impatto abbastanza fastidioso e siccome "la prima impressione è quella che conta"... In piedi e con luce forte, come spesso si ha nei negozi, il sistema nervoso avrà più difficoltà nell'ignorare questo impatto che potrebbe risultare in un rifiuto da parte del cervello, di questa "visione strana".

E' consigliabile che la prima esperienza visiva con queste lenti sia la visione da vicino leggendo qualcosa, trovando il fuoco nella parte bassa della lente. Da qui potrete poi sperimentare, alzando lo sguardo, il passaggio alla visione da lontano fissando la tabella delle lettere o comunque una mira strutturata (un calendario, una pubblicità, ecc.). Con questi piccoli accorgimenti l'esperienza probabilmente sarà immediatamente gratificante e soddisfacente.

A casa, nel caso abbiate problemi di adattamento magari per una correzione particolare (le più problematiche sono gli astigmatismi e le ipermetropie in fase di aumento) potrete riprodurre la condizione appena descritta per la consegna. Seduti guardando la televisione potrete tenere in mano qualcosa da leggere e sperimentare così, di nuovo, il salto dalla visione da lontano alla lettura. Inoltre in casa gli spazi sono ridotti e conosciuti e quindi i movimenti della testa e degli occhi saranno minori riducendo eventuali problemi di adattamento.


Le lenti multifocali sono una grande risorsa per la maggior parte delle persone. Una soluzione tecnica che ci permette di tornare ad una visione pressoché normale. Una buona progettazione con l'ottico e pochi piccoli accorgimenti vi garantiranno di poter sfruttare questa bella invenzione.

ATTENZIONE: si ricorda che all'interno degli articoli di questo Blog vengono usati termini e concetti semplificati per un pubblico non professionale e a scopo puramente divulgativo.

domenica 28 gennaio 2018

DISTURBO DELL'APPRENDIMENTO E GINNASTICA VISIVA

"Efficacia della Ginnastica Visiva in bambini con Disturbo dell'Apprendimento"

 

 

 

 

 

 








 

Questo è il titolo dell'articolo che vi riassumerò, dando la possibilità ai più curiosi di arrivare all'articolo originale attraverso il collegamento sottostante.


Si tratta di uno studio effettuato in Spagna a cura dello Spanish General Council of Optometry e pubblicato nel Journal of Optometry, 2018-01-01, Volume 11, Number 1, Páginas 40-48

L'obiettivo  dello studio è quello di verificare la frequenza delle anomalie della visione binoculare in bambini con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) e valutare l'efficacia della Ginnastica Visiva in bambini con alterazione della visione binoculare non strabica.

Lo studio è stato effettuato in un centro specifico per bambini con disturbi di apprendimento su 94 bambini, con un'età media di 15 anni, con diagnosi di DSA. Una visita completa rileva le capacità visive con particolare attenzione alla visione binoculare, escludendo malattie oculari.
Nel 78% di bambini di questo gruppo si sono riscrontrati problemi binoculari non referibili a strabismo. Il gruppo è stato diviso in due unità una delle quali sottoposta a ginnastica visiva. La seconda unità fu usata come gruppo di controllo. Alla fine delle 10 sedute di ginnastica visiva e stata eseguita nuova analisi visiva.













I risultati hanno evidenziato come la mancanza di flessibilità accomodativa sia l'alterazione più presente nei casi di DSA e a seguire insufficienza di convergenza. Dopo Ginnastica Visiva si sono registrati miglioramenti significativi di tutti i parametri visivi rispetto al gruppo di conntrollo.

Cosa possiamo concludere? Senza voler ipotizzare che nelle difficoltà proprie del Disturbo Specifico di Apprendimento ci sia una componente relazionata alla visione (visto che il nostro apprendimento è collegato quasi esclusivamente alla visione stessa) possiamo verificare che unito alla DSA si possono trovare, nella maggioranza dei casi, disturbi visivi che sicuramente complicano il percorso di cresscita e apprendimento. Questo richiede, senza dubbio una analisi specifica dei processi visivi che normalmente non viene esguita nelle normali visite sulla funzione visiva. Spesso queste si riducono alla valutazione dell'acquità visiva valutata in decimi (per esempio 10/10 per una visione normale). In realtà come abbiamo visto i test devono essere molto più specifici come ampiezza accomodativa, facilità accomodativa, stato eteroforico, disparità di fissazione, stereovisione, ecc.












E' quindi fondamentale che vi rivolgiate a uno specialista che si occupi di questi problemi che non sono malattie (non richiedono quindi trattamento medico-farmaceutico) ma alterazioni del funzionamento del sistema visivo. L'integrazione di Ginnastica Visiva, come risulta da questa ricerca, può essere molto importante per evitare problemi aggiuntivi di lettura in questo gruppo di popolazione speciale.

LE LENTI BLU PROTEGGONO REALMENTE, DA PROBLEMI DI VARIO TIPO, GLI OCCHI?

La questione sull'affaticamento, o perfino danni legati all'uso di computer e sistemi elettronici in generale, è molto dibattuto. Ne...